Lo scaffale di Tellus
Anticipazioni: Antonella Giannarelli. La sera per il fresco 
L’introduzione di Gianfranco Benedettini
03 Settembre 2019
 

Antonella Giannarelli

La sera per il fresco

Tradizioni contadine in Val di Cornia

EIF, pp. 259, € 14,00

 

Antonella Giannarelli nasce a Campiglia Marittima, dove vive fino a vent’anni fa, prima di trasferirsi a Piombino. L’infanzia contadina a fianco dei nonni è da sempre per lei fonte di ispirazione per le ricerche, a lungo coltivate, per le tradizioni e il mondo della campagna. Da decenni raccoglie aneddoti, filastrocche e leggende che in parte si possono ritrovare in questa raccolta.

 

Riportare in vita storie e tradizioni di un tempo, ricostruendo un mondo che non c’è più attraverso abitudini, usi, costumi, voci. Un lavoro al quale Antonella Giannarelli ha dedicato dieci anni della propria vita, fondendo alla passione per l’indagine scrupolosa la dolcezza del ricordo e una velata nostalgia. Una raccolta completa e dettagliata che dalle novelle alle ricette, dalle pratiche quotidiane ai giochi per strada restituisce un’immagine tanto lontana quanto affascinante di una Val di Cornia contadina e del paese di Campiglia Marittima, da sempre centro d’attrazione per turisti provenienti da tutto il mondo. (Nota editoriale)

 

 

INTRODUZIONE DI GIANFRANCO BENEDETTINI (storico locale) - Per leggere correttamente quanto scritto da Antonella Giannarelli, bisogna immaginarsela da piccola. Arduo per chi la conosce o l’ha conosciuta da adulta, ma bisogna fare uno sforzo e vederla piccola, in piedi, con il faccino sulla tavola, con gli occhi in continuo movimento e la mente ad incamerare, direi meglio ad archiviare, tutte le mosse della nonna che stende la pasta, lava la verdura, parla con la figlia, ride, si commuove. Antonella è lì e immagazzina suoni, gesti, parole. In quel momento sta organizzando una sua memoria culturale volta non solo a conoscere ed archiviare “documenti” ma a preservare e diffondere il loro contenuto. Lo fa con questo libro e valorizza quel patrimonio, arricchendo, diversificando, approfondendo l’offerta culturale per sviluppare modelli innovativi finalizzati all’aggiornamento della storia sociale, economica e politica. Esagero? Possibile con un libro di piccole storie?Leggetelo e, poi, ditemi se non è vero. L’autrice è nata e cresciuta nella seconda metà del secolo scorso. Ha solo sfiorato la prima evitando, così, le tragedie e le miserie che l’hanno accompagnata. Però, del Novecento, ha fatto un luogo di incontro e un’occasione per arricchirsi “dentro”. Non so dire se, la sua, è nostalgia di quel tempo. Eppure, qualcosa è rimasto. Pagina dopo pagina lo sentiamo avanzare prepotente nell’odore del pane appena cotto, o il canto delle donne per un amore trovato o per fugare un dolore, la musica di una radio gracchiante che si espande dalle finestre altrui anche per far sentire l’agiatezza di chi ce l’ha. Vi ritroviamo il ritmo della giornata che seguiva un’idea antica, sedimentata coi secoli, legata ad una concezione della natura come elemento al quale affidarsi con fiducia, quasi come una indicazione da non forzare alle proprie necessità. Dormire, lavorare, mangiare. Ritmi precisi. Così di giorno in giorno, di mese in mese, di stagione in stagione, di anno in anno. Erano felici? Sì, perché erano giovani. No, perché il mondo è cambiato e al nuovo si fa presto ad abituarsi. Quando è declinato il mondo “cantato” da Antonella Giannarelli? Con l’avvento del miracolo economico, direi. Via il vecchio, evviva il nuovo. Eppure, il boom di allora affonda le sue radici nella laboriosità, nell’inventiva italiana, che dai Comuni medioevali ai distretti industriali è sempre stata una costante della trama e dell’ordito dell’apparato produttivo. Da piccola, Antonella vive a Campiglia Marittima, un paese antico. Così, assiste, quasi incredula, all’esodo verso la pianura dove sono nati nuovi centri, proiezioni moderne degli antichi abitati. Lo fa anche lei ma rimane testardamente ancorata al suo passato. L’uomo iscrive la sua presenza nel territorio. Lascia artefatti, narrazioni e testi. Crea relazioni di senso con l’ambiente in cui vive, attribuisce signiKicati allo spazio, che diventa così luogo, gravido di memorie, persone ed eventi. La storia, grande o piccola che sia, cioè l’idea secondo cui gli eventi umani hanno un ordine ben definito nel tempo, ha bisogno della scrittura. Questo scritto scorre bene, è di facile e godibile lettura, sia per chi ha conosciuto quel tempo e sia per chi non l’ha conosciuto e vuol conoscerlo di più. Il libro di Antonella Giannarelli è tutto questo.


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