Lo scaffale di Tellus
Marisa Cecchetti. “L’educatore turbato” di Federico Montanari
31 Agosto 2019
 

Federico Montanari

L’educatore turbato

Biblioteca dei Leoni, 2019, pp. 208, € 15,00

 

Un romanzo che esplicita chiaramente, a cominciare dal titolo stesso, l’obiettivo di affrontare i problemi educativi di oggi, in una società tecnologica che si impadronisce sempre di più del nostro tempo e modella la formazione ed il pensiero delle nuove generazioni fin dai primi anni di vita.

La giornata di Franco, insegnante da poco pensionato, è quella di tanti fortunati come lui che si trovano improvvisamente a godere di un tempo tutto loro, che godono del senso di libertà che offre questa nuova fase, svincolati da obblighi di lavoro ma ancora in grado di inventarsi la vita. Ci sono nuove opportunità di sentirsi utili, l’esperienza accumulata nel percorso di lavoro può essere vantaggiosa se spesa bene in altri ambienti; l’attenzione dedicata alla propria famiglia si fa più costante e sottile, le relazioni umane si recuperano talora anche a distanza di anni. E si provano nuove curiosità prima sottovalutate.

Intorno a Franco ruota la famiglia: la moglie maestra, il figlio sposato e già padre di due adolescenti, il genitore ultranovantenne ma ancora in grado di gestirsi da solo, gli amici e i vicini.

Ci sono momenti di crisi di coppia, c’è la perdita del posto di lavoro che rimanda alle difficoltà del momento che stiamo vivendo, ci sono ragazzini con poca voglia di studiare, insegnanti disorientati, genitori iperprotettivi ed aggressivi. E soprattutto ci sono i cellulari nelle mani di tutti, e in modo particolarmente dannoso in quelle dei giovanissimi con il loro bisogno di essere collegati sempre, il loro linguaggio veloce ridotto a emoticon o rare parole, la riduzione progressiva della capacità di enunciare un pensiero completo, logico, che sostituisca i singulti da smartphone.

È questo ultimo aspetto che preoccupa Franco più di ogni altra cosa, perché pensa che si stia procedendo inesorabilmente verso la robotizzazione, la cancellazione del pensiero, con danni irreversibili alla formazione dell’uomo di domani, a meno che non si trovi il giusto equilibrio tra ciò che il progresso tecnologico e la digitalizzazione offrono a velocità sempre maggiore, e il pensiero logico, la comunicazione fatta di contatti reali e di parole pensate.

Allora rimane la cultura come unica possibilità di salvezza e i libri ne sono gli strumenti. In questo modo il pensiero critico – nel senso di capacità di saper discernere – potrà selezionare e salvare solo il necessario, ciò che serve davvero al benessere della società, scartando il resto, dannoso.

Montanari intreccia la narrazione con ampi spazi di riflessione pedagogica, che rivelano la formazione ed il linguaggio specifico di chi ha lavorato nella scuola.

 

Marisa Cecchetti


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