Dialogo Tf
Carlo Forin. Io urlo la mia indignazione 
Da italiano che non si rassegna alla barbarie
05 Luglio 2019
 

La notizia di oggi –la barca a vela Alex Mediterranea salva 54 naufraghi stipati in un gommone in zona Sar libica, viaggia verso Lampedusa ed il ministro degli interni rifiuta l’approdo ricusandoli per dirottarli alla Tunisia– centra di nuovo il problema cruciale dell’immigrazione irrisolto dall’Europa insieme col problema politico dell’ordine in Italia: come accogliere i migranti irregolari e come metter ordine politico in Italia.

Un gruppo di giuriste italiane ha scritto una lettera che rimette ordine nell’atteggiamento capeggiato dal ministro degli interni sui respingimenti dei migranti. Il dissenso alzato dalle giuriste mi conforta giuridicamente con l’interpretazione del diritto già praticata dalla giudice di Agrigento Alessandra Vella sul caso della capitana Carola. Di più, il fatto che si sia costituito un insieme femminile per proclamare la dignità umana degli italiani mi toglie dall’insieme dei maschi che finora hanno taciuto.

Io urlo la mia indignazione. La urlo da italiano che non si rassegna alla barbarie. La barbarie popolare che aizza il ministro indegno di essere italiano a cose peggiori, la barbarie dei politici europei nerissimi come il blocco di Visegrad (i quattro Paesi volti a promuovere l’unità degli Stati Uniti d’Europa), capeggiato dall’ungherese Orban. Ecco: questo punto nero nel cuore dell’Europa concentra la barbarie delle antiche tribù dei Magiari, che hanno ancora le loro statue a Budapest. Vennero nel X secolo e spaccarono l’antica Zeneda in due cancellando il centro della città poco popolato con incursioni che durarono dal 900 al 950. Ritornarono civilizzati nel XV secolo al soldo di Pippo Spano per il re Sigismondo di Lussemburgo in guerra con Venezia: fecero cadere le mura che separavano le podesterie di Serravalle e di Ceneda durante l’armistizio 1412-1418 e riunirono per un po’ la città dentro un sistema che univa Feltre a Treviso (come si può constatare dagli affreschi del soffitto della cappella dei Battuti). Tornò Venezia con le due podesterie senza mura divisorie.

Adesso, l’ubbia degli Stati Uniti d’Europa è la bandiera nera di Visegrad, che dovrebbe venir bandita dall’Europa unita dei cittadini con una sola cittadinanza. David Sassoli prenda la bandiera stellata, metta l’accoglienza al centro a costo di perdere 4 o 5 stelle perché sono le stelle barbariche che negano le radici romano-cristiane. Per quanto riguarda la stella italiana, adesso offuscata da un’onda barbarica, io ricordo a tutti i nostri giuristi la nostra civiltà giuridica che è ben praticata dalle donne che si sono schierate per l’accoglienza. Ma, di più: ricordo il cuore politico della nostra Costituzione messo solo all’articolo 49. Questo diritto di associarsi chiede ancora la disciplina dei partiti politici in una legge sui partiti e sui movimenti che stabilisca il crimine per chi la violi. Poiché tutte le cittadine ed i cittadini dovrebbero avere l’opportunità di associarsi disciplinatamente in modo regolare, l’attuazione di questa direttiva ci darebbe un sistema che punisce ogni associazione irregolare senza necessità di provare altri crimini mettendo in carcere chi è mafioso solo perché viola l’organzzazione. Inoltre il sistema ordinato colpirebbe immediatamente gli amministratori pubblici che piegano le interpretazioni delle leggi alla convenienza di casi particolari, come quelli degli evasori fiscali. Infine, la legge sui partiti, arenatasi nella legislatura precedente tra Camera e Senato, colpirebbe i segretari dei partiti debitori verso lo Stato di 49 milioni e mezzo di Euro, come l’attuale ministro degli interni, che andrebbe in carcere per debiti fatti dai segretari precedenti e non sanati. Perciò urlo contro il disordine politico euro-italiano che non accoglie più nemmeno il diritto.

 

Carlo Forin


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