Diario di bordo
Maria Lanciotti. La Natura che combatte
15 Maggio 2019
 

Qui ai Castelli Romani abbiamo due splendidi laghi storici e non ce ne curiamo. Poi c’è chi per caso si ritrova uno ‘specchio d’acqua’ e lo difende a denti stretti con tutti i mezzi possibili.

Il nostro Lago Albano, il più profondo d’Italia tra i laghi vulcanici, sfiora nel punto massimo i 170 metri, conserva nel fondo le prove della sua antichità e della sua importanza – dalla preistoria all’età imperiale poi residenza papale (oggi convertita in museo) – e tutto ciò giace sotto un deposito immenso di rottami, prova dell’attuale inqualificabile inciviltà e irresponsabilità istituzionale che segna la nostra epoca. Così come il leggendario lago di Nemi testimonia con la sua ricchezza archeologica tratti di storia ancora aggrovigliati al mito, e versa tuttavia in uno stato di abbandono che velocemente lo va deteriorando senza che dal basso o dall’alto s’alzi una protesta o una proposta da attuarsi di corsa e concretamente.

Poi, si diceva, c’è chi un laghetto se lo ritrova magari per sbaglio in zona urbana cementificata e avvelenata, nell’area di un complesso industriale in disuso, scaturito magari durante gli scavi per un parcheggio interrato – ma nulla accade per caso, e le sorgenti se tu le storni loro cercheranno comunque di farsi largo in qualche modo, a meno che non vengano convogliate nelle fognature o peggio tombate come delittuosamente si usa fare qui nella nostra bella Italia – e quella benedetta acqua viva, in origine acqua minerale purissima poi fosso della Maranella poi Acqua Bullicante, no, non la molla, le monta la guardia, organizza i picchetti, respinge gli assalti, urla in coro il suo altolà. Magari in versione Rap. (Maria Lanciotti)

 

 


 

 

Il lago che combatte

Assalti frontali & Il Muro del Canto



Palazzinaro amaro sei un palazzinaro baro
per tutto il male fatto a Roma adesso paghi caro
al funerale del tuo centro commerciale
è bellissimo vedere il nostro lago naturale

scava scava scava scava nella notte brava
hai trovato l’acqua bulicante e 10.000 piante
l’acqua con le bollicine che non ha mai fine
scorre sotto le colline come queste rime

scava scava scava scava e non se l’aspettava
un lago na-tu-ra-le d’acqua mi-ne-ra-le
un miracolo… nella metropoli meravigliosa
lì c’era una fabbrica di finta seta, la Viscosa

c’era il capitalismo, un’area gigantesca
ci lavoravano le madri, i padri e a ogni scolaresca
ognuno che pensava: “Morte tua vita mia!”
poi ha fallito, hanno tramato ed è arrivato il lago della Snia

e a me viene da piangere per tutte le magagne
per questo lago che non ha intorno le montagne
non è il Turano o il lago di Bolsena
ha intorno centomila macchine e ognuna dentro ha il suo problema

In mezzo ai mostri de cemento st’acqua mò riflette er cielo
È la natura che combatte, e sto quartiere è meno nero
In mezzo ai mostri de cemento il lago è ‘n sogno che s’avvera
È la natura che resiste, stanotte Roma è meno nera

bella Torpigna, bella Torpignattara
borgata dove il razzista ha la sua bara
amiamo anche Prenestino Labicano
se sei con noi adesso alza la tua mano

qui l’aria è più dolce da quando è nato il lago
è non è spuntato dal cappello di un mago
è il nostro lago, uscito da sottoterra
e s’è alzata una guerra nella zona della Marranella

dietro il cancello chiuso c’era un abuso
avevano cambiato la destinazione d’uso
scava scava scava nella notte calda
prendono la falda e in alto la mia banda!

Tutto il quartiere va al cancello per aprire un varco:
“Basta con il cancro! Noi vogliamo il parco!”
“Aprite quest’ingresso sta nascendo un lago!”
Ma il costruttore zitto, lui faceva il vago

succhiava con l’idrovora, succhiava l’acqua
e la buttava nelle fogne andasse tutto in vacca
poi è arrivato un acquazzone e non è un segreto
s’è rotto il collettore e s’è riempito di merda il Pigneto

da allora il lago ha vinto, si è stabilizzato
ed è il lago è di tutti, non è un lago privato
ha invaso il cemento armato e ci ha chiesto aiuto
noi lo abbiamo immaginato, amato e conosciuto

In mezzo ai mostri de cemento st’acqua mò riflette er cielo
È la natura che combatte, e sto quartiere è meno nero
In mezzo ai mostri de cemento il lago è ‘n sogno che s’avvera
È la natura che resiste, stanotte Roma è meno nera

E da tutte le finestre di Largo Preneste
hanno visto questa scena sotto il cielo celeste
l’acqua che esce e rigenera l’umanità
e il sindaco che fa? qui c’è la felicità!

di superficie: 10.000 metri quadri
ma attenti! sono tornati i ladri! gli stessi dei padri
dei nonni, quelli che cambiano i panni
e vogliono rubarci il lago da più di dieci anni

Esproprio! Esproprio!” per il nostro polmone
E qui ci siamo tutti “Daje Casalbertone!”
noi abbiamo questo passo, lottiamo dal basso
e quale bando? qui ognuno dà la vita senza niente in cambio

tutti alla riva dell’acqua sorgiva
che sale in superficie e fa Roma più bella e viva
l’underground ci dà buoni amici
la natura si ribella e a noi ci fa felici

c’è il cormorano con noi, c’è il martin pescatore
sta proprio dietro la stazione e Porta Maggiore
e piano, piano è nato già un nuovo ecosistema
c’è un bambino che nell’acqua va in canoa e rema

In mezzo ai mostri de cemento st’acqua mò riflette er cielo
È la natura che combatte, e sto quartiere è meno nero
In mezzo ai mostri de cemento il lago è ‘n sogno che s’avvera
È la natura che resiste, stanotte Roma è meno nera


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