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Giornata mondiale della poesia UNESCO 2019
21 Marzo 2019
 

Come ogni anno, il 21 marzo segna l’inizio della Primavera, stagione della rinascita, e si celebra la Giornata Mondiale della Poesia istituita dall’Unesco nel 1999, che riconosce alle espressioni in versi “un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo e della comprensione interculturali, della diversità linguistica e culturale, della comunicazione e della pace”. Tra le diverse forme di espressione, infatti, ogni società umana guarda all’antichissimo statuto dell’arte poetica come ad un luogo fondante della memoria, base di tutte le altre forme della creatività letteraria ed artistica.

Ecco le poesie di alcuni artisti del Laboratorio Poetico di E’Valtellina:

 

 

È primavera

 

il vetusto inverno

esalati gli ultimi freddi fiati

stanco

si riposa fra gli aridi monti

inverdisce la natura

di nuove speranze:

fiumi e rii

-liberi dei gelati vestiti-

con gioioso mormorio

scendono a valle

con le sue calde mani

il sole plasma gemme- messi e fiori

e ne ravviva i colori

le prime -ardite- lucertole

si scaldano al sole

su muri e sulle pietre

fra fronde verde lucente

gli uccelli intonano

le loro melodie

e intrecciano voli

nell'azzurro cielo

la primavera

col suo smagliante sorriso

veste la natura

con sgargianti abiti

che inebriano gli occhi di colori

 

Giovanni De Simone

 

 

Tu

 

Tu che compari all'improvviso...
Che scavi nella mia mente
cospargendo di profumi dimenticati
il mio cammino.

 

Chi sei?
Ti aspetto
come la scogliera aspetta l'onda del mare che si infrange contro.

 

Tu misterioso... avvolto
in un'ombra che non conosco
prendi la mia anima.

 

Come in un sogno
ti perdo e ti ritrovo...
Mi abbandono
a questo tuo dolce essere che culla la mia mente
facendomi navigare
in mondi
lontani...

 

Alda Volpi

 

 

La mia Valtellina

 

Valtellina dalle rugose pendici

in terrazze di passione e fatica

si forgia il volto della mia gente.

Grappoli di sole e di vento

strappati alla terra

rinvengono nel dolce filtro

che scorre da padre in figlio.

Valtellina dalle ali di fiume

e dai sapori di bosco,

risalgo tappeti, rigagnoli e sassi

fino alla vetta

con il fiato corto,

negli occhi il cielo

e sospesa sulle punte del finito

incontro l’eterno.

 

Paola Mara De Maestri

 

 

EXPO 2015

 

Si apre il sipario

la sua stoffa un arazzo

lavorato con oro e argento,

mescola il suo luccichio

con quello dei tanti oggetti preziosi

che le vetrine orgogliose

regalano agli occhi incantati dei tanti visitatori:

uno sfavillante lampadario di Murano,

uno splendido tappeto persiano,

un fantastico kimono giapponese,

una favolosa matrioska della Russia,

un incantevole cristallo di Boemia,

un prezioso Buddha di oro massiccio,

un’icona incastonata di rare gemme africane.

Oltre quel lusso accecante

un altro sipario

dalla stoffa grezza e rattoppata

spalanca le sue braccia ossute

e regala agli occhi stupefatti e persi

un mondo di miseria, senza pane,

un mucchio di immondizie e di macerie,

un prato di cemento,

un treno vecchio e stanco che dorme alla stazione di Milano,

un fiume che perso il suo colore,

un posto in ospedale non trovato

un cane abbandonato e fradicio in una piazza deserta.

Si chiude il sipario e piange

piange lacrime amare di dolore.

Si appannano pian piano le vetrine.

Non resta che una manciata di tristezza.

Expo 2015.

 

Ornella Gavazzi


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