Pianeta jazz e satelliti
Enrico Rava. Carla
Carla Bley, 1979 (by Roger Ressmeyer/CORBIS)
Carla Bley, 1979 (by Roger Ressmeyer/CORBIS) 
03 Marzo 2019
 

In quel periodo Carla Bley e Mike Mantler mi chiamarono per partecipare a un paio di sedute d'incisione per il disco Escalator Over the Hill. Un'opera monumentale, su un libretto di Paul Haines, con musiche di Carla, iniziata nel 1968 e terminata nel '72, con la partecipazione di moltissimi musicisti e cantanti, da Linda Ronstadt a Jack Bruce, da John McLaughlin a Don Cherry.

Nelle sedute a cui partecipai c'erano, tra gli altri, Dewey Redman, Gato [Barbieri], Jimmy Lyons, Roswell Rudd, Charlie Haden e Paul Motian. Le registrazioni si facevano al Public Theatre, nell'East Village, in Lafayette Street. Carla dirigeva l'orchestra. Era difficilissimo concentrarsi sulla musica perché Carla era veramente bellissima a quei tempi.

Aveva più o meno una trentina d'anni, e lunghi capelli biondi. Era alta più di un metro e ottanta e, tanto per renderci la vita difficile, indossava (se così si può dire) una minigonna microscopica che metteva in mostra le sue gambe perfette e lunghissime. Come se non bastasse, aveva una camicetta trasparente, la classica see-through, e non portava reggiseno.

Ogni volta che alzava le braccia per dare l'attacco di un pezzo rimanevamo paralizzati dallo spettacolo. Abbiamo fatto parecchie entrate sbagliate prima di abituarci.

 

 

(Enrico Rava, Incontri con musicisti straordinari, Feltrinelli 2011, pp. 138-139)


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