Diario di bordo
Nicola Ambrosetti. Il decreto (in)sicurezza 
L'abolizione della protezione umanitaria
30 Novembre 2018
 

Con la costituzione del nostro gruppo ci siamo proposti di dare un contributo, attraverso divulgazione informativa su temi socio-politici rilevanti, allo sviluppo delle competenze, della consapevolezza e del senso critico dei partecipanti al gruppo e di terzi, compresi -quindi- gli elettori che partono da presupposti e ideali differenti dai nostri, compresi -quindi- gli elettori della Lega Nord.

Ebbene con questo comunicato ci rivolgiamo, in prima battuta, proprio agli elettori di Salvini, che in questi giorni, privi di cognizione della realtà, stanno esultando per l'approvazione del decreto sicurezza.

Il decreto sicurezza ha, di fatto, “soppresso” la possibilità di emissione di permessi di soggiorno per motivi umanitari (la c.d. “protezione umanitaria”).

Ora cercheremo di capire, insieme, quali saranno le conseguenze di tale provvedimento, su due fronti: 1) sulle future richieste di permesso di soggiorno; 2) sui soggetti ad oggi in possesso di un permesso di soggiorno per protezione umanitaria.

 

Partiamo dalle future richieste.

Fino all'entrata in vigore del decreto Salvini, poteva essere emesso, nei confronti dei richiedenti, un permesso di soggiorno per protezione umanitaria”. Questi permessi venivano rilasciati a soggetti che, a causa di gravi situazioni personali, avevano lasciato il loro paese per raggiungere l'Italia. Trattasi di persone vittime di situazioni di instabilità politica, grave violenza, mancato rispetto dei diritti umani, carestie.

Con l'estrata in vigore del decreto Salvini, dunque, questi permessi non possono più essere rilasciati... Però, c'è un però....

Il decreto non ha semplicemente soppresso la protezione umanitaria, ma l'ha sostituita! I richiedenti potranno infatti, sulla scorta della nuova normativa, richiedere nuovi permessi di soggiorno "speciali", in particolare sei: per motivi di salute, per calamità nel paese d’origine, per aver compiuto atti di valore civile, perché vittime di tratta, per aver subito violenza domestica, per essere stati vittime di gravi episodi di sfruttamento.

I nuovi 6 permessi ricalcano, pressoché in toto, i motivi che erano alla base dell'emissione dei permessi di soggiorno per protezione umanitaria.

In sostanza, per i richiedenti nulla cambia!!!

 

Questione differente quella relativa ai soggetti ad oggi in possesso di un permesso di soggiorno per protezione umanitaria.

Stanno iniziando ad essere recapitate a molti soggetti titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari, missive del Prefetto con le quali, tali soggetti vengono avvertiti del fatto che il loro permesso sarà revocato (retroattivamente), sulla scorta del decreto Salvini.

Che conseguenze avrà la revoca di questi permessi?

La buona parte di coloro i quali godono del citato permesso hanno un lavoro regolare e hanno una casa. Con la revoca del loro status personale, questi soggetti non avranno più nè la possibilità di stipulare un regolare contratto di locazione, né di continuare la loro -regolare- attività lavorativa. Pensate, migliaia di persone, inserite nel nostro contesto sociale, che da domani? Cosa faranno? Si riverseranno in strada: lavoro nero, piccola delinquenza (...)

Bisogna aggiungere che, comunque, esiste un principio generale del nostro ordinamento, quello dell'irretroattività delle leggi, secondo cui “la legge non dispone che per l'avvenire: essa non ha effetto retroattivo” - sulla scorta di tale principio, con tutta probabilità, la retroattività della norma sull'abolizione dei permessi di soggiorno per motivi umanitari sarà quasi certamente lapidata dalla Corte Costituzionale, rendendo vana tutta la trafila iniziata dalle varie Prefetture.

 

Le conclusioni... be', le lascio a voi.

Sono questi gli obbiettivi che volevate veder raggiunti con il vostro voto?

Forse è il momento di prendere coscienza dei fatti e di capire che la parola sicurezza si sposa con la parola regolamentazione, che clandestinità è sinonimo di caos.

 

Nicola Ambrosetti

Coordinatore Gruppo +Europa Cittadinanza attiva


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