Dialogo Tf
Adriano Angelini. Protesta giovanile il '68
01 Ottobre 2018
 


«Ce n'est qu'un début
continuons lo combat»

 

 

Dedico a coloro che pagarono con la vita la libertà e a tutte le nobili nature di cui Leopardi dice (da La ginestra):

Nobil natura è quella

che a sollevar s'ardisce

gli occhi mortali incontra

al comun fato, e che con franca lingua,

nulla al voler detraendo,

confessa il mal che ci fu dato in sorte,

e il basso stato e frale;

quella che grande e forte

mostra sé nel soffrir, né gli odii e l'ire

fraterne, ancor più gravi

d'ogni altro danno, accresce

alle miserie sue, l'uomo incolpando

del suo dolor, ma dà la colpa a quella

che veramente è rea, che de' mortali

madre è di parto e di voler matrigna.

Costei chiama e incontro a questa

congiunta esser pensando,

siccome è il vero, ed ordinata in pria

l'umana compagnia,

tutti fra sé confederati estima

gli uomini, e tutti abbraccia

con vero amor, porgendo

valida e pronta ed aspettando aita

negli alterni perigli e nelle angosce

della guerra comune.*

 

Perché ricordare il '68, la riscossa di una generazione? Perché non c'è nulla da ricordare, esso è presente nei suoi valori, sostenuti, negati, disattesi, mercificati.

Liberi e uguali, il partito che si è presentato alle ultime e lezioni del 2018; queste sono due parole che ne presentano l'eredità, mancando purtroppo il movimento popolare che le sostenga.

Come allora è sempre in atto lo scontro tra due stili di vita. Si reagisce all'arrivismo e alla meritocrazia, pilastri della società borghese, con propositi democratici e antiautoritari. Lo studente rifiuta di studiare per il voto o perché gli viene imposto, ma studia per aderire a un contenuto che ama, animato da un desiderio di conoscenza che aderisca alla vita umana e alla sua autoformazione.

Al conformismo e alle etichette sociali nasce di contro il vestire dimesso, senza dare importanza, e il portare capelli e barba al naturale, mirando dunque più all'interiorità che all'esteriorità. Oggigiorno l'apparenza purtroppo è salita in cattedra.

Al consumismo si cntrappone una vita proba, tenda e sacco a pelo; il modello: “Il figlio dei fiori non pensa al domani”; si inneggia all'amore libero. Alla guerra in atto e latente si risponde: “Fate l'amore e non la guerra”.

Mentre industria e commercio inquinano per ricavare il massimo profitto e lo Stato n'è complice facendo lo struzzo, si diffonde la parola d'ordine: “sano”.

L'invito è alla coerenza: fare quello che si dice. Si fa obiezione di coscienza al servizio militare, molti pagano con la galera, ma alla fine si vince. A partire dalla famiglia e poi a scuola, ora anche nelle caserme si attacca la gerarchia fondamento del sistema, che trema e si sente minacciato. Esso subisce un'altra scossa col diffondersi della libertà sessuale e l'avanzata dell'emancipazione femminile; si ottengono aborto e divorzio, perciò anche la Chiesa è messa in allarme.

Di fronte all'avanzata tecnologica, si diffonde l'automobile; la televisione è entrata nelle case, le labbra e i cuori pronunciano la parola: “bestiale”, evocando il ritorno all'animalità. Già saggezza della Grecia classica: “Vivi secondo natura”, si accoglie questa esortazione, ci si trova all'aperto godendo il mondo, la socialità e la musica.

Ma il consumismo dei beni superflui che distraggono, corrompono e alimentano l'egoismo si diffonde, il mercato penetra e ingloba ogni aspirazione e attività creativa, nasce il fenomeno della moda che s'impone subdolamente tra la gioventù, il vero si scambia col falso, si equivoca, si confonde, le menti si smarriscono, poi le comodità indeboliscono, rendono pigri e separano; basta avere denaro e tutto si risolve.

La religione diventa il canone dell'ipocrisia, spinge molti ad abbandonarla e ricercare altrove una dimensione religiosa per un dio di tutti che dia realtà alla fratellanza umana. Anche l'ateismo diviene richiesta di autenticità. È l'Oriente che passa le porte dell'Occidente e raggiunge gli Stati Uniti d'America, impegnata nella guerra imperialista del Vietnam e diffonde così una voce pacifista, la voce dell'essere.

I vantaggi che il sistema capitalistico ottiene sono il frutto di uno spietato sfruttamento dei paesi del Terzo Mondo. È la Rivoluzione Cinese che supera la divisione tra lavoro intellettuale e lavoro manuale.

I soggetti principali della protesta anticapitalista sono gli studenti, gli intellettuali e la classe operaia. Contro loro risorge feroce e astuta la repressione. L'umanità della classe operaia e degli intellettuali sembra vincente, si allarga il fronte popolare, sorgono i consigli di fabbrica e i collettivi studenteschi. L'esempio di Allende in Cile trascina. Poi il colpo distato, Pinochet il dittatore vince con l'aiuto del governo americano. In Italia i capitalisti sono appoggiati dai servizi segreti americani, lo Stato è sottomesso alla Nato e attacca la resistenza popolare, orchestra un clima di tensione; ci furono dei morti. Cosi soldi poi si trovano provocatori e traditori. Per colpire non esita a diffondere le droghe.

E ntanto col consumismo cresce una mentalità uniformata ai valori borghesi della moda e del successo, l'individuo abdica al proprio pensiero, e misura sempre più il proprio valore sull'apparenza.

Il mercato ora ingloba anche la politica, oltre la cultura, e detta le sue leggi. È il dominio delle macchine dotate di intelligenza artificiale.

Il mercato risponde subdolamente perfino al bisogno di libertà con nuove invenzioni, di salute con nuovi prodotti, non ultime le pillole del miracolo. Libertà e salute e amore non si comperano. Nietzsche alla vigilia del '900 con voce profetica: «Uomini superiori, fuggite il mercato!» Non è il mercato delle bancarelle, oggi il mercato si chiama con un nome straniero: Internet, il nuovo e più efficiente strumento del regime totalitario diretto dalle multinazionali.

Il '68 non è morto, perché non è mai nato, è da sempre nei suoi valori d'uomo autentico, che si attengono alla natura e alla storia che evince la boria dei vincitori. E sa che i diritti civili hanno necessità di condizioni socio-economiche e culturali paritarie per esercitarli e che la fame dei molti mantiene la ricchezza dei pochissimi.

Un'eco del '68 sono il testamento biologico e la matrimonio tra omosessuali di data recente, come pure le belle parole: solidarietà, accoglienza, diritto di cittadinanza verso i disperati che fuggono da guerre o perché privati del lavoro.

Il '68 mise e mette al centro l'uomo che non ha bisogno di tanto e di più per vivere bene, è lui a dover crescere e progredire, non le cose, verso l'Umanità di una sola Ptaria, la Terra, e di una sola Giustizia: uguaglianza, fratellanza e libertà. Non c'è altro progresso!

Si ricominci dal disarmo. Subdolo e ipocrita è il potere per farci credere che la pace si ottiene con la guerra. In realtà esso, attraverso la guerra e il potenziamento bellico, mira a crescere e mantenere il potere a granzia della grande ricchezza dovuta ai pochi... Senza soldi par che non si possa far niente, si fa di più e meglio. Ci hanno dato due gambe e due braccia, un cuore ed una mente

e il respiro dell'Essere.

 

 

Adriano Angelini

 

 

* Da ritenere a memoria per giovare alla causa del '68.


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