Arte e dintorni
Alberto Figliolia. Sandro Chia alla Pinacoteca Comunale Casa Rusca di Locarno
'San Sebastiano', 2003 - olio su tela, 224 x 244 cm (Collezione privata) 
23 Settembre 2018
 

Si può andare oltre l'Avanguardia? Domanda “viziosa”, provocatoria? C'è un'Avanguardia più Avanguardia, un'Avanguardia dell'Avanguardia, o di quel concetto esiste un (imprecisato) monopolio da parte di qualche privilegiato e “astuto” soggetto/movimento? E l'Avanguardia, foss'anche la più spinta, può forse fare a meno dei lasciti della Tradizione? Poi è arrivata la Transavanguardia: Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria, Mimmo Paladino e... Sandro Chia. A quest'ultimo dedica una ricca e magnifica mostra – come sempre, prezioso e intelligente è l'allestimento – la Pinacoteca Comunale Casa Rusca di Locarno.

Come definire la pittura di questo maestro dell'arte contemporanea? “Narrazione onirica”, neoespressionismo, fauvismo monumentale, esistenzialismo panico? A ben vedere, le definizioni possono sprecarsi e ciascuna raccontare un pezzettino della composita ispirazione; nessuna etichetta o catalogazione è tuttavia bastevole a raccontare la ricerca e la parabola, non conclusa, di un artista così complesso e pure di impatto immediato: potente, vigoroso, eccentrico senza strafare, una fantasia che si nutre di corpi e colori senza indulgere in narcisistiche astruse astrazioni.

Dal San Sebastiano (2003, Olio su tela, 224 x 244 cm, Collezione privata) – erotico e bucolico nella sua contemplativa sofferenza – all'ironicamente tempestoso Quante storie per un bacio (1979, Olio su tela, 180 x 220 cm, Collezione privata) – composto nel mentre dell'ascolto di una commedia alla radio –, dal verde Pastorello eccitato (1980, Olio su tela, 180 x 201 cm, Collezione D'Ercole-Roma) al drammatico Hand Game (1981, Tecnica mista su carta, 199 x 153 cm, Collezione D'Ercole-Roma) – ah la piccola mortale lama dell'uomo senza volto... nel dipanarsi di una storia tragicamente indefinita, in bilico: il cui esito? –, dal Courageous Boy with Flag (1982, Olio e tessuto su tela, 234 x 198 cm, Thomas Ammann Fine Art-Zurigo) – l'incommensurabile triplice sguardo! – all'impressionante fuoco di A A Alchemic Accident (1984, Olio su tela, 170 x 150 cm, Collezione privata), è un percorso meraviglioso, sia dal punto di vista dei sensi che da quello sentimentale. Spettacolari, fuori dalle più canoniche e convenzionali righe, commoventi i due bronzi di Offerta d'amore s.d. (rispettivamente 147 x 54 x 45 cm e 152 x 40 x 62 cm, Collezione privata), i grandi piedi su un terreno che non sai se solido o vacillante, una sola ala a reggere il peso: ne serve sempre un'altra...).

Un'acuta citazione chagalliana s'intravede nel Mercante volante (1988, Olio su tela, 185 x 155 cm, Collezione privata), così come nella Melanconia del pittore (1999-2000, Olio su tela, 220 x 200 cm, Galleria Mazzoli-Modena) sembrerebbe esservi un richiamo ad Albrecht Dürer. Ed è bello anche perdersi in questo gioco di reinterpretazioni. Grottesco e delicato si rivela The Angel and his Pig (2006, Olio su tela, 170 x 150 cm, Collezione privata) – le ali dell'Annunciazione del Beato Angelico... E il felice spaesamento multivolto di See-Thru Trombone (2006, Olio su tela, 162 x 130 cm, Collezione privata) e di The Painter and His Son (2006, Olio su tela, 180 x 160 cm, Collezione privata)... Le opere, tutte di grande formato, sanno liberare un immenso afflato donando un'atmosfera immersiva a chi ne attraversa l'itinerario.

La parola a Rudy Chiappini, direttore dei Musei della Città di Locarno: «La Transavanguardia teorizza un ritorno alla manualità, alla gioia del dipingere, restituisce alla tela, al pennello e ai colori il loro posto nell'arte della pittura. Ricerca, pur nella disarticolazione della forma, rivisitata fino a divenire espressione instabile dell'interiorità e della condizione esistenziale dell'uomo, il recupero critico del senso dell'universalità della storia attraverso la narrazione, attraverso il recupero di modalità esecutive e materiali tradizionali (legno, ferro e terra), a significare l'eternità e l'immutabilità delle forze che animano l'uomo e la sua vicenda. […] Sandro Chia assimila e sintetizza con avidità intellettuale sia la tradizione classica, Masaccio e Michelangelo in primis, sia l'eredità culturale delle avanguardie del '900, da Carrà a De Chirico ma anche Cézanne e Chagall. Nelle sue opere dà vita, in un gioco di rimandi e citazioni, a composizioni di grande respiro, di imponente consistenza volumetrica, dal cromatismo esasperato, dove maestose figure sospese in una dimensione spazio-temporale fuori dal mondo trasmettono il senso di un'esistenza in mutamento, che trova nella pittura i suoi riferimenti e i suoi punti fermi».

Non sono usurpati gli aggettivi, per la pittura dell'artista nato a Firenze il 20 aprile 1946, opulento e immaginifico. E il suo “teatro della natura” assorbe la meditazione, mai ferma, sulla condizione umana: anche tragica, austera, ma piena e vitalistica. È, la sua, nel senso più ampio un'esuberante harmonia mundi.

 

Alberto Figliolia

 

 

Sandro Chia, a cura di Rudy Chiappini. Pinacoteca Comunale Casa Rusca, piazza Sant'Antonio, Locarno (CH). Fino al 6 gennaio 2019.

Orari: mar-dom 10-12/14-17, lun chiuso.

Ingresso: intero 12 CHF, ridotto 10 CHF, gratuito per le scuole e per gli studenti fino ai 16 anni.

Prenotazioni: +41 (0)917563185.

Info: tel. +41 (0)917563170; e-mail servizi.culturali@locarno.ch; siti Internet www.museocasarusca.ch, www.locarno.ch, www.facebook,com/Piancotecacasarusca, www.instagram.com/casarusca.

Catalogo: Rudy Chiappini (a cura di), edito da Locarno-Pinacoteca Comunale Casa Rusca, 144 pp., ill. a colori, CHF 35.


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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276