Il nostro giardino
Palazzo Bellotti a Regoledo 
Raccontato da Eugenio Salvino
30 Giugno 2018
 

Regoledo, come tutto il fondo valle, ha avuto uno sviluppo notevole nella seconda metà del ‘700, forse per il riflesso ricevuto da Morbegno che, in quegli anni, vede un momento di grande fortuna, anche commerciale, come appare dalla fioritura di palazzi e di chiese.

Il centro del paese rimane quello a ridosso della montagna, perché ne costituisce il nucleo primitivo, è protetto dalle esondazioni dell’Adda ed è più salubre.

Nel secondo Settecento si riscontra anche un’abbondante discesa, permanente o stagionale, di popolazione dalla montagna al piano, soprattutto da Sacco. A questi gruppi appartiene la famiglia Bellotti, antica gente del ceppo de Boninis, costituita da proprietari terrieri e da notai. Non è un caso che l’edificio civile più ragguardevole, risalente alla seconda metà del ‘700 come si può ancora leggere sul fornice del portale, appartenga proprio ai Bellotti.

È un palazzo elegante, con otto finestre simmetriche su due piani e balconcino in ferro battuto prospiciente la facciata su un affresco sacro della scuola di Pietro Bianchi che, giusto in quel periodo, lavorava a San Pietro a Morbegno.

La casa, nella sua sicura emergenza rispetto alle altre abitazioni del paese, rappresenta senza dubbio l’eminenza della famiglia. Anche all’interno delle sale del piano nobile figurano affreschi e decorazioni sui soffitti, così come, nell’ambiente centrale, è ancora collocato un prezioso caminetto rococò in marmo.

L’ubicazione dell’edificio è nella seconda piazza del vecchio nucleo di Regoledo: quella civile, con le sue caratteristiche di luogo di incontro e di scambio; mentre quella religiosa, con la chiesa, era situata nell’attuale piazza col monumento ai caduti.

Le dimensioni e le caratteristiche di casa Bellotti ne hanno fatto nei secoli un punto centrale nel paese: probabilmente sede della comunità e del comune nell’Ottocento, palazzo scolastico fino all’inizio del ‘900, ha al piano terra e al piano sottostante ambienti con finestre inferriate che pare siano stati in certi momenti adibiti a carcere.

In ogni caso la sua proprietà non è mai uscita dall’ambito della famiglia che la ha abitata fino ad anni recentissimi.

 

 

(Scheda predisposta da Eugenio Salvino in occasione dello “Spritz in Piazza Bellotti”, 08/06/2018, festicciola realizzata da Cosio Valtellino Civica nell’ambito della campagna elettorale per le elezioni comunali del 10 giugno 2018)


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