Diario di bordo
Guido Monti. La soluzione? Una coalizione per l'Europa
Dogliani (Cn), 1953. Il voto di Luigi Einaudi (foto Manuelarosi – Wikimedia Commons)
Dogliani (Cn), 1953. Il voto di Luigi Einaudi (foto Manuelarosi – Wikimedia Commons) 
07 Marzo 2018
 

L’esito del voto del 4 marzo malgrado le apparenze è stato confortante per chi guarda all’Europa come ancora di salvezza del nostro Paese. Le forze populiste e sovraniste hanno archiviato le elezioni con evidente soddisfazione, a discapito dei sinceri europeisti usciti ridimensionati dalla consultazione elettorale. Quella che i federalisti europei avevano indicato come la vera linea di demarcazione della sfida politica, ovvero il contrasto fra i sostenitori della federazione europea e gli euroscettici, si è rivelata fondata e veritiera.

In campagna elettorale, per la verità, di temi europei si è parlato poco e si è preferito mettere l’accento su argomenti conflittuali e senza una chiara visione sulle finalità e le potenzialità dell’Unione. Ma ciò che importa è il segnale emerso dalla scelta degli elettori, che si sono comunque espressi in buona parte per un sì allo sviluppo del processo d’integrazione, in questo imitati dagli elettori socialdemocratici tedeschi che, nello stesso giorno, hanno dato il proprio assenso alla grosse koalition con la Cdu della cancelliera Merkel, avallando l’indirizzo europeista dei partiti al governo in Germania.

Non resta che rimanere in fiduciosa attesa delle sagge e ponderate scelte affidate al Presidente della Repubblica, che non ha mai perso di vista il faro rappresentato dall'Europa. In vista del voto del 4 marzo anche i federalisti europei valtellinesi si sono mobilitati, chiamando i candidati locali, come avvenuto nel resto della Penisola, ad un impegno vincolante a sostegno dell’Europa. Il documento predisposto al proposito è stato sottoscritto dall’on. Mauro Del Barba del Pd, dal sindaco di Lovero, AnnaMaria Saligari, in lizza per un posto al Senato con Noi con l’Italia, dal suo compagno di lista Gerlando Marchica, presidente provinciale dell’Inps, che si è presentato alle regionali, e dal sindaco di Grosotto Guido Patelli, anche lui candidato alla Regione con la lista Gori Presidente. Senza dimenticare un firmatario della prima ora, il senatore Benedetto Della Vedova, da sempre sostenitore della causa federalista tanto da essere a fianco dei rappresentanti del comitato provinciale per l’Europa di Sondrio in occasione della “marcia per l’Europa “ tenuta a Roma il 25 marzo dello scorso anno.

Oggi più che mai dobbiamo ribadire che l'essenza dell’autentico federalismo, quello europeo, è il concetto di “unità nella diversità”, ben diverso dalle istanze propugnate ormai da decenni dai paladini della cosiddetta devolution. E in effetti, nel corso degli anni ‘90 non c’era un partito che non si fosse convertito alla necessità del decentramento, inteso prevalentemente nel senso della disponibilità di risorse finanziarie, per pura convenienza politica. È dunque ora di uscire definitivamente dagli equivoci, ricordando quanto profetizzava settant’anni or sono un grande federalista europeo, Luigi Einaudi, ossia che la sola alternativa possibile è fra federarsi o scomparire. Parole lungimiranti e di sconcertante attualità, alla luce del risultato delle elezioni, ma su cui occorre meditare a fondo ancora oggi.

 

Guido Monti

segretario della sezione “Ezio Vedovelli”
del
Movimento federalista europeo


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