Diario di bordo
Lettera di un ex elettore deluso del PD 
Con grandi speranze in Liberi e Uguali…
24 Gennaio 2018
 

Gentile Redazione di Tellusfolio,

faccio parte del popolo di sinistra da sempre. Laureato in scienze politiche, ex direttore commerciale, oggi in pensione, ho sempre votato PCI e sue evoluzioni fino al PD.

Ma oggi posso tristemente dirmi un deluso ex elettore di quel partito e mi colloco tra i milioni di astenuti alle ultime primarie. Il motivo, mio e di tanti iscritti e fedeli simpatizzanti del PD?

Qualcuno, anche di molto autorevole, vorrebbe far credere che risieda nelle sempiterne divisioni della sinistra, derubricando le ragioni a una sorta di eterna maledizione…

Non ci sto.

Possibile che nessuno si sia preoccupato di capirne le effettive ragioni? Io fremo, ma non so come portare alla luce la mia reale posizione, condivisa da tanti conoscenti. Ho deciso, forse in ritardo (come gli scissionisti, a lasciare il PD) di inviare una lettera, con le riflessioni che propongo ora anche a voi, al mio storico giornale di riferimento La Repubblica, anche se da tempo mi delude assai… ma non è stata pubblicata, né ho ricevuto risposta alcuna.

Mettevo sul tavolo di un’ipotetica discussione queste semplici domande:

  • Qualcuno ha analizzato le ragioni che hanno portato più di un milione, tra iscritti e fedeli simpatizzanti, ad astenersi alle ultime primarie del PD? Io, come molti, ci siamo astenuti NON per le divisioni tra politici o per incompatibilità di carattere tra Renzi e D'Alema, ma per alcune scelte sbagliate del PD, sia nel merito che nel metodo (guarda caso le stesse ragioni riportate da Grasso per il suo abbandono del PD).

  • Perché il PD è passato dal 40% del sostegno del 2014 alle continue sconfitte degli anni successivi, anche nei periodi in cui i suoi rappresentanti erano uniti? E perché l'indice di fiducia in Renzi è crollato dal 60% del 2014 all'attuale, inferiore al 25%? Forse perché, così come gli 80 euro sono stati apprezzati come misura che riduceva le disuguaglianze, e quindi decisivi per la vittoria, altre riforme quali il Jobs Act, la Buona scuola, la tassa sulla prima casa tolta a tutti, i Bonus, dati a tutti, più di 40 articoli della costituzione votati a maggioranza, l’Italicum votato con la fiducia… sono stati decisivi per le sconfitte e le forti astensioni…

  • Perché gli appelli all'unità dei padri nobili Prodi e Veltroni e di Eugenio Scalfari non hanno trovato ascolto? Forse perché apparivano rivolti solo agli scissionisti, mentre un appello all'unità dovrebbe essere rivolto ai due che si sono divisi, a entrambi… Sarebbe il caso di rivolgere qualche domanda esiziale a Renzi, tra l'altro segretario del PD, e quindi primo responsabile del partito e della sua conduzione. Sarebbe forse necessario che egli riconosca che qualche riforma è da “rivedere”, visti i suddetti pessimi risultati.

Se si è lasciato un partito dopo anni di militanza, ci saranno ragioni serie, si può supporre. All’ultima direzione del PD dell’anno scorso la risposta di Renzi alla disponibilità degli scissionisti è stata: siamo pronti a fare una coalizione, anche con MDP (bonta' sua), ma senza che ci chiedano abiure sul passato! È questa una risposta conciliante?

Ci fosse stata la volontà di rispondere a domande come queste, e di porle – anche da parte dei padri nobili del PD e dei giornalisti spesso poco sferzanti col potere – la discontinuità richiesta invano da Pisapia e dagli scissionisti, per presentarsi uniti alle elezioni, sarebbe stata ancora possibile. Possibile, dare un segnale verso il cambiamento di rotta, indispensabile da parte della direzione, per restare o tornare uniti…

Mi chiedo: le occasioni, non solo in Lombardia e Lazio, ma anche a livello nazionale, di dar vita a una coalizione di centrosinistra con PD, Grasso, Boldrini, Bersani, Bonino ecc. avrebbero avuto ancora chances di attuazione?

Intanto, il voto dato a Liberi e Uguali diviene un voto non solo utile, ma utilissimo!

Perché a LEU finiranno col rivolgersi i tanti elettori che da tempo hanno abbandonato, profondamente delusi, il PD. Quelli che hanno disertato le primarie, quelli che per rabbia o per protesta hanno gonfiato le percentuali del M5S, quelli che si sono astenuti dal voto per mancanza di una vera sinistra in campo.

 

Italo Altrocchi


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