Diario di bordo
Sanità. Che fine ha fatto il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera provinciale?
Roberto Rotasperti, Direttore generale AoV&V
Roberto Rotasperti, Direttore generale AoV&V 
28 Dicembre 2006
 

L’ultimo episodio di disfunzioni nella sanità, dovuto alla rottura delle sviluppatrici per le lastre in radiologia all’ospedale di Sondrio, è solo la punta di un iceberg di una situazione di difficoltà organizzativa della sanità provinciale. Sono trascorsi quasi quattro anni dall’unificazione di tutte le strutture ospedaliera provinciali, con la nascita dell’Azienda ospedaliera della Valtellina e Valchiavenna. In questo periodo si sono avvicendati tre Direttori generali e un Commissario straordinario, ma la sanità provinciale rimane senza un piano di riorganizzazione. Nemmeno l’arrivo del dott. Roberto Rotasperti, manager famoso per la sua intraprendenza nell’edilizia ospedaliera, ha portato con sé il piano di riorganizzazione.

Tutti i Direttori generali che arrivano continuano a dire che l’Assessore alla Sanità non fornisce indirizzi “politici” sul che fare delle strutture ospedaliere e così nessuno di loro ha esercitato ed esercita il ruolo per cui sono lautamente retribuiti; quello di riorganizzare la rete ospedaliera provinciale. Noi ci permettiamo di ricordare sia all’Assessore regionale alla sanità Cè che al Direttore generale che le scelte di riorganizzazione sono state fornite dal Consiglio regionale della Lombardia nel marzo del 2003 quando è stata istituita l’A.O.V.V.; scelte che in sintesi prevedono:

  1. di tenere in considerazione la peculiarità del territorio montano e degli elementi di condizionamento e disagio costituiti dalla bassa densità di popolazione, dalla difficoltà dei collegamenti prescindendo anche dai parametri di costo e d’efficienza previsti per il territorio urbano;

  2. «il collegamento in rete dei quattro presidi ospedalieri»;

  3. «un'organizzazione dipartimentale con connessione in rete da realizzarsi tramite il cablaggio delle strutture ospedaliere e l’utilizzo della telemedicina».

Sino ad oggi di questo si è visto poco o nulla!

Se l’Assessore regionale aspetta che l’assenza di scelte nella riorganizzazione porti alla delegittimazione delle strutture obbligando i pazienti a rivolgersi altrove, lo dica con chiarezza, altrimenti intervenga sul Direttore generale e faccia chiarezza.

Noi non assisteremo in silenzio alla politica del giorno per giorno e al depauperamento della sanità provinciale. Per i Democratici di Sinistra è inaccettabile che dopo quattro anni dalla nascita dell’A.O.V.V. e a un anno dall’ultimo avvicendamento del Direttore generale non ci sia ancora un piano di riorganizzazione. Oggi si stanno investendo le risorse già previste da anni per l’edilizia ospedaliera, ma dell’agognato piano di riorganizzazione non c’è traccia. Intanto alcune scelte rischiano di segnare, nel silenzio assoluto, il destino di alcune strutture. Vengono spostati professionisti e non si procede alla mancata copertura dei posti dei primari andati o che stanno andando in pensione. Gli sprechi vanno combattuti, si possono razionalizzare le risorse professionali, ma noi e credo anche i cittadini valtellinesi e valchiavennaschi vorremo capire verso quale futuro per le strutture ospedaliere, perché in questi anni si è solo scelto di contenere i costi a discapito della qualità e del servizio erogato e anche queste scelte sembrano orientate in questa direzione. Noi rimaniamo convinti che un Direttore generale, quale “amministratore delegato” della più grande Azienda provinciale ha il dovere di presentare ai suoi “azionisti-utenti”, i cittadini, e alle istituzioni locali un piano di riorganizzazione per aprire un confronto serio che sino ad oggi è mancato sulla riorganizzazione delle strutture ospedaliere.

 

Angelo Costanzo

Segretario provinciale dei Democratici di Sinistra


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