Diario di bordo
Roberto Malini. Se­con­da assemblea pubblica del co­mi­ta­to Genova­solidale
23 Novembre 2017
 

Genova – Ieri, mercoledì 22 novembre, si è tenuta dalle ore 17 presso la sala del CAP di via Albertazzi la seconda assemblea pubblica del comitato Genovasolidale, nel corso della quale sono state definite le tre commissioni che opereranno per l’accoglienza: una dedicata al mondo del lavoro, una alla scuola e una agli eventi. I promotori del comitato, il coordinatore del Centro Documentazione Logos Domenico Saguato, il presidente di Anpi Genova Massimo Bisca e il segretario della Cgil di Genova Ivano Bosco hanno illustrato al pubblico, che ha riempito la sala, il risultato dell’incontro con il prefetto, dottoressa Fiamma Spena, e gli obiettivi delle commissioni. Sono quindi intervenuti alcuni rappresentanti delle 53 associazioni e organizzazioni che fanno parte di Genovasolidale. Argomento del giorno, il ruolo di referente ufficiale delle istituzioni – sia per Multedo che per le prossime occasioni in cui richiedenti asilo o protezione internazionale sarannno inseriti nei quartieri – riconosciuto al comitato. Durante l’evento ha preso la parola un giovane richiedente asilo, sopravvissuto a una traversata in cui numerosi profughi hanno perso la vita. Sono inoltre intervenuti Menghistie Kiros, in rappresentanza dell'Associazione Italo-Eritrea-Etiopia e Mamadou Bousso, portavoce dell'Unione immigrati senegalesi.

Da parte mia, ho sottolineato nell'intervento come Genovasolidale abbia due anime. Un comitato, certo, con la sua natura che è sul confine fra associativa e fondativa, i promotori, le commissioni, il direttivo, le assemblee ricche di interventi competenti, coraggiosi, a volte profondamente umani. Ma anche un movimento di opinione, espressione della società civile in cui chi è simile si riconosce per la sua volontà di servire e difendere la vita, l’uguaglianza, i diritti e la dignità di tutti. Un’idea che vede uniti tanti esseri umani che lavorano per la piena espressione degli ideali rappresentati e dove ognuno è cellula vivente di un organismo pulsante, pronto a liberare i suoi anticorpi nel momento stesso in cui si presentino i microorganismi della violenza, della calunnia, della negazione dei principi egualitari. Durante l’assemblea di ieri, ho incontrato tante persone che mi conoscevano e venivano a stringermi la mano, a portarmi i saluti delle loro famiglie. Da parte mia, in molti casi era la prima volta che li incontravo eppure sapevano tutta la storia della “campagna di Multedo”, da quando – verso la fine dello scorso settembre – con Daniela Malini, Dario Picciau, Fabio Patronelli, Steed Gamero, abbiamo organizzato il primo incontro delle persone accoglienti, contattandole una per una e incontrandole ai Giardini John Lennon di Multedo.

È una Genova che ha uno spirito solidale e di cui fanno parte tutti coloro che operano per la civiltà dell’accoglienza, donne e uomini che pensano e agiscono in tempo reale, perché sanno che quando si alzano le voci e le torce del razzismo, il giorno dopo è spesso già troppo tardi. Sono donne e uomini che si riconoscono, si sostengono gli uni gli altri e sanno che se la società in cui viviamo perde la via della tolleranza, con essa perde anche quella del progresso civile e della pace. Con le inevitabili conseguenze che le cronache dei secoli passati ci ricordano, ma che troppo spesso vogliamo dimenticare, convinti di essere migliori dei nostri padri, dei nostri progenitori.

 

Roberto Malini


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