Diario di bordo
Genova, Multedo: fiaccole di rifiuto, fiaccole di accoglienza 
di Roberto Malini
15 Ottobre 2017
 

Il 17 ottobre è la Giornata Mondiale per l’eliminazione della povertà. Ogni anno in quella data il Consiglio d’Europa celebra una cerimonia a Strasburgo, sulla piazza del Palais de l’Europe, davanti alla riproduzione della pietra commemorativa, simbolo del rifiuto della povertà. Contemporaneamente, gli stati membri dell’Unioine sono invitati a lavorare per l’accoglienza, la solidarietà e la lotta contro l’indigenza e l’emarginazione.

A Multedo, quartiere del ponente genovese, un gruppo di cittadini ha scelto proprio quella data per scendere in piazza e manifestare, con una fiaccolata, contro gli stessi valori che la Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà promuove. È un segnale di disagio, ma anche di come l’intolleranza si affermi ormai anche presso le comunità operaie, che fino a qualche anno fa si sentivano unite ai poveri, ai senzatetto, ai profughi. Così, scandendo slogan che si pongono in antitesi ai principali valori civili, una parte di Multedo cercherà di opporsi all’arrivo dei giovani profughi che la prefettura ha assegnato al quartiere, dove abiteranno presso l’ex asilo Govone e passeranno le giornate a studiare presso il Campus di Coronata: lingua italiana, scienze e cultura generale, discipline professionali dall’agraria alla falegnameria, dall’idraulica all’informatica. È quel comparto della cittadinanza che non si è ancora liberato dalle paure irrazionali e continua a temere l’arrivo dei giovani migranti come se si trattasse di un’invasione barbarica e non di un’opportunità per crescere in pace tutti insieme.

La fiaccolata è stata indetta per martedì 17 ottobre alle 19:30. Sarà un evento pacifico e limitato, ma crediamo che un giorno il quartiere proverà una certa vergogna, ripensando a quelle fiaccole innalzate verso il cielo non con un significato di fratellanza, ma di fobìa. Nella cultura e nelle tradizioni umane, la fiaccola è simbolo di amicizia, solidarietà e unione. Portando loro la fiaccola, Prometeo fece agli esseri umani il dono del fuoco, principio di civiltà. La fiaccola era anche simbolo di un momento di pace fra i popoli, quando nell’antica Grecia iniziavano le Olimpiadi e le armi venivano – almeno temporaneamente – riposte. Fra i simboli più moderni, la Statua della Libertà rappresenta la fiamma della civiltà che non deve mai spegnersi. Sul piedistallo del monumento è inciso un sonetto della poetessa Emma Lazarus, che recita fra l’altro: “Mandatemi loro, i senzatetto, gli scossi dalle tempeste e io solleverò la mia fiaccola accanto alla porta dorata”. Fiaccola uguale solidarietà: questo è il linguaggio dei simboli.

Ecco perché fa bene al cuore rivedere le immagini di un’altra fiaccolata, svoltasi martedì 6 dicembre 2016 a Trento: una manifestazione spontanea della gente a favore di un Trentino solidale e accogliente con migranti e profughi.

 

 


 



Nella foto, da sinistra, operatori umanitari di EveryOne Group – che fa parte del Comitato accoglienza migranti Multedo e del Comitato GenovaSolidale – insieme a don Giacomo Martino, direttore dell’ufficio Migrantes, che cura con altre realtà sociali il progetto di accoglienza: Daniela Malini, don Giacomo Martino, Steed Gamero, Roberto Malini, Fabio Patronelli, Dario Picciau.


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