Diario di bordo
Primo Mastrantoni. Padania e referendum
11 Ottobre 2017
 

Roma – All'insegna di “Roma Ladrona”, 21 anni fa (1996) fu indetto un referendum per la costituzione della Repubblica Federale della Padania. 5 milioni di votanti e 97% di adesioni.

Le vicende giudiziarie del segretario della Lega Nord, Umberto Bossi, hanno riempito le cronache dei media e l'attuale segretario, Matteo Salvini, ha dichiarato che nessuno ha nostalgia della Padania e che il referendum catalano è stata una forzatura estranea alla costituzione spagnola.

Il referendum del 22 ottobre, promosso da Lombardia e Veneto,* è previsto dalla costituzione italiana e chiede allo Stato maggiore autonomia, ma è un referendum inutile perché la richiesta allo Stato la può fare autonomamente la Giunta regionale, infatti, l'Emilia-Romagna ne ha già fatto richiesta senza indire alcun referendum.

Insomma, Lombardia e Veneto, hanno indetto un referendum inutile e costoso. A carico dei contribuenti lombardi e veneti.

Il fumo di allora, il fumo di oggi.

 

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

 

 

* «Volete voi che la Regione, nel quadro dell'unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l'attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse?»


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