Arte e dintorni
Antichi mestieri e nuove proposte/ Giancarlo Santelli 
Intervista di Maria Lanciotti per #MadeinRome
23 Agosto 2017
 

I commedianti d’un tempo non potevano fare niente se non conoscevano tutto”

 

 

L’incontro avviene di domenica mattina, organizzato da Marco Luly – attore autore e regista, cofondatore con Luciana Codispoti dell’Associazione Culturale Luoghi dell’Arte di cui è direttore artistico – in collaborazione con l’architetto Dionisio Mariano Magni e Carlo d’Aloisio Mayo, imprenditore artigiano, rispettivamente presidente e vice-presidente del Consorzio FaròArte per il Made in Rome. Convergendo dai vari punti di partenza ci ritroviamo, dopo attraversamenti più o meno caotici, nella tranquilla piazzetta antistante il magnifico palazzo baronale e l’ingresso a volta che conduce al borgo, e un senso di straniamento comincia a farsi strada allontanandoci dal ‘reale’ per introdurci in altra dimensione.

Ci troviamo a Mentana in provincia di Roma, in Piazza San Nicola 3, e il maestoso portale che stiamo per varcare ci condurrà nel teatro/laboratorio, sede dell’associazione Il Trovatore-Maschere e Burattini, dove ci attende il leggendario Giancarlo Santelli (foto), tra i più valenti ed esperti mascherai prosecutori della tradizione italiana. Un pensiero passa rapido e felice: Mentana, associata alla storica e sanguinosa battaglia fra papalini e garibaldini, forse sarà nominata – e ricordata – anche per la stoica resistenza di un personaggio fra i più rappresentativi della storia della commedia dell’arte e dell’artigianato in Italia, che qui risiede e lavora.

L’interesse si acuisce al cospetto del maestro circondato dalle sue opere che ci accoglie sornione e sull’avviso, maschera tra le maschere tutta da decifrare. Non ha tempo da perdere né vuole essere annoiato, il messaggio è chiaro e chiaramente recepito e ad esso ci atteniamo: tempi e modalità dell’incontro saranno stabiliti dal padrone di casa. Il quale subito soddisfa la nostra evidente curiosità presentandoci i personaggi esposti che ci dice essere copie di maschere realizzate per spettacoli vari, vendute e utilizzate e anche rubate, perché pure questo succede. “Non ve le fate rubare, non ne faccio più” il suo avvertimento tra l’ironico e l’amaro.

E intanto riemergono memorie e Memorie (di Adriano), i diversi generi teatrali, quelli che reggono e quelli che stentano, e tutto si anima fra quelle mura che traspirano secoli e storia, tutto preme per essere detto e riflettuto in una chiacchierata informale a più voci, ma resta l’intento di cogliere tra le pieghe delle tante espressioni del maestro quella più autentica, quella celata e senza maschera. E buttiamo lì una domanda cui poche altre ne seguiranno, non ce ne sarà bisogno. Inizia così il ripasso di un vissuto ricco e sofferto che tanti altri ne abbraccia, ponendosi a testimonianza di un’epoca fra le più tormentate e rivoluzionarie, mentre il tempo sembra annullarsi. Tre ore volate via cariche d’insegnamento e di profonda umanità – piezz e core – che integralmente assorbiamo e di cui riporteremo l’essenziale. Chiudendo con una domanda che attende risposte. (Maria Lanciotti, in #MadeinRome, 7 maggio 2017)

 

 

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Maestri Artigiani e Nuovi Talenti per il #MadeinRome


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