Diario di bordo
Vincenzo Donvito. Abolizione monete 1-2 cent. A quale prezzo? Non ne vale la pena!
27 Maggio 2017
 

Firenze – Il via libera della Commissione Bilancio della Camera all'emendamento Boccadutri, che sospende dal 1° gennaio 2018 le monetine da 1 e 2 centesimi, è una cosa buona? Chi non sbuffa quando ha un resto o un pagamento con monetine da 1 e 2 centesimi, consumatore o commerciante che sia? Quasi tutti. E già alcuni commercianti arrotondano per difetto o per eccesso. Una quotidianità che ha pochi effetti sulla vita di ognuno? Certamente nell’immediato, ma non nel lungo periodo: i salvadanai o le ciotole in cui buttiamo queste monetine (incluse quelle da 5 centesimi), quando poi ogni tanto le andiamo a contare, sono comunque un gruzzoletto, quasi una sorta di regalo che ci sentiamo spinti a spendere come fosse un premio. Ma non lo è.

Se pensiamo, per esempio, ai costi telefonici od energetici, l’unità di misura del centesimo è fondamentale; certo, non li maneggiamo ed è tutto virtuale, ma il centesimo ha una sua determinante valenza. Così come ha valenza per i prezzi all’ingrosso e le trattative commerciali di ogni tipo.

Valutiamo quindi negativamente la proposta di smetter di coniarli, e di lasciare mano libera alla fantasia dei dettaglianti per arrotondamenti che non potranno che essere a svantaggio del consumatore (credere il contrario è essere in malafede).

Del resto, Paesi come Usa e Canada hanno da sempre monetine di questo conio e non ci pensano neanche lontanamente di farne a meno. Dobbiamo abituarci e organizzarci per non farci sommergere dalla loro innegabile scomodità. L’alternativa? Non c’è, al momento. A meno che, ovviamente, non si voglia dare mano libera ai profittatori di varia tacca.

 

Vincenzo Donvito, presidente Aduc


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