Diario di bordo
Vincenzo Donvito. L’irriverente: First lady o première dame… 
Che tristezza il maschilismo della politica
Brigitte Trogneux con Emmanuel Macron
Brigitte Trogneux con Emmanuel Macron 
25 Aprile 2017
 

Firenze – Sarà che non siamo abituati da tempo, a parte la parentesi Sarkozy/Bruni (pur nella sua lieve forma rispetto ai “maestri” d’oltreoceano), ma ci ha fatto effetto la signora Brigitte, che ha solcato i palchi della campagna e della attuale momentanea gloria del marito Macron che si dovrà battere in duello (elettorale) con la signora Le Pen. Eravamo abituati, per parlare solo del più recente, ad Hollande che, con un glaciale “fatevi i fatti vostri”, aveva zittito e bloccato i giornalisti in cerca di gloria che lo avevano cuccato in moto mentre andava a trovare una sua amica. Arenate le visioni della stampa scandalistica, ecco ora la signora Brigitte, di cui non vogliamo sapere nulla ma che abbiamo visto -e ci basta- sui palchi e nei luoghi pubblici accanto al marito.

In Usa un presidente (e qualunque politico anche statale) non è nessuno se non si fa vedere con la moglie, in genere fedele angelo custode della gloria del marito. Con l’eccezione di Hillary Rodham Clinton, abbastanza malvista perché, a differenza delle altre mogli, faceva politica per conto suo (e ce lo ha ampiamente dimostrato). Per il resto, simpatiche o meno poco importa, una sfilata di first lady dedite a beneficenza o cose del genere (roba da femmine?).

Ma quando il potente di turno è LA potente, chi è il marito? Qualcuno se la sente -perché investito dai media- di raccontare le storie del marito della Regina Elisabetta d’Inghilterra o dell’attuale primo ministro britannico Theresa May, o della prima ministra tedesca Angela Merkel. O i mariti, che magari non fossero stati famosi prima dell’evento presidenziale, della premier danese (Thorning-Schmidt), polacca (Beata Szdydlo), cilena (Michelle Bachelet), etc.? Roba da intenditori. E Putin? A parte la Putina, ex-moglie, per il resto è un misterioso manto di amanti… Comunque, la prevalenza è quella del maschio sulla femmina, anche perché in Russia, di donne al potere di un certo rilievo… ci sfuggono. In Italia, poi, il problema non si pone, visto che premier donne non ci sono, e le mogli, invece, sono abbastanza defilate (a parte quella del recente Renzi, che è entrata solo in parte nel cliché che stiamo beffeggiando).

Perché’ accade questo? Facile: la politica è maschilista. L’uomo potente che ha la bella moglie, brava e caritatevole, è un uomo completo perché anche conquistatore di donna. La donna potente, invece, è sola, una sorta di incidente della politica, una donna col piglio ovviamente maschile, una persona la cui sessualità è bene che sia marginalizzata. Se per il maschio la moglie diventa momento e pratica di gloria, per la femmina il maschio non conta. Certo, si può leggere questa differenza come una supremazia della donna sull’uomo: la donna conta da sola, l’uomo no... ma, vista la materia, è meglio lasciare questo aspetto ai desideri e alle difficili politiche di alcune forme di femminismo; la realtà è quella, per usare i tempi attuali, delle signore, sempre chiamate col nome e non col cognome, Trump, Trudeau, Pena Nieto, etc.. Ed ora la signora Brigitte che quasi sicuramente diventerà la première dame.

Anche questo è un problema, sul perché -crediamo- il mondo abbia difficoltà a diventare più giusto e con più opportunità per tutti.

 

Vincenzo Donvito, presidente Aduc


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