Laboratorio
Enrico Bernardini. “Intercultural Relations and Migration Processes” di Nadia Rania e Laura Migliorini 
Report del gruppo di lavoro del Dottorato di Ricerca in Migrazioni e Processi Interculturali dell’Università degli Studi di Genova
14 Aprile 2017
 

Nell’ambito di studi sulle migrazioni, in una prospettiva interculturale e multidisciplinare, si inserisce il nuovo volume Intercultural Relations and Migration Processes (Nova Publishers, New York, 2017), a cura di Nadia Rania e Laura Migliorini dell’Università degli Studi di Genova.

Ai curatori del volume si aggiungono i contributi di Franco Pittau, Antonio Ricci, Chiara Cifatte, Laura Frattini, Nicoletta Varani, Paola Cardinali, Silvia Pisoni, Antonella Lotti, Stefania Rebora, Rosa Parisi, Sandro Bozzolo, Andrea Traverso, Renza Cerri, Antonella Primi, Camilla Spadavecchia, Luciana Taddei, Lorenzo Martellacci, Mauro Spotorno, Francisco Delgado e Raul Ruggia, studiosi che declinano i vari aspetti del fenomeno migratorio fornendo casi di studio ed approcci metodologici alla disciplina.

L’opera, maturata all’interno del gruppo di lavoro del Dottorato di Ricerca in Migrazioni e Processi Interculturali dell’Università degli Studi di Genova, riassume le principali ricerche condotte e fornisce nuovi ed interessanti spunti per lo sviluppo di linee guida e futuri progetti di ricerca. Il volume considera le migrazioni da molteplici punti di vista: storico, antropologico, educativo, psicologico, geografico e sociologico e contemporaneamente apre la strada allo studio del fenomeno da una prospettiva multidisciplinare in grado di inquadrarlo nella sua mutevole complessità.

Il testo si rivolge a studenti, docenti, ricercatori in scienze sociali, sociologi, psicologi, operatori del sociale, educatori e, più in generale, a coloro i quali desiderino riflettere sulle prospettive di lavoro e studio descritte per approfondire la conoscenza del tema proposto e applicarlo a situazioni reali di confronto multiculturale, sempre più presenti nel contesto europeo, italiano e genovese.

Nella prefazione, curata da Camillo Regalia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, viene sottolineato come la migrazione sia un fenomeno inevitabile e cruciale del nostro tempo che non possiamo esimerci dall’affrontare; le persone, mosse da molteplici motivazioni, si sono sempre spostate e sempre si sposteranno. Viene ripresa anche la visione proposta dallo studioso francese Abdelmalek Sayad che intese la migrazione come un “fatto sociale totale”. Egli, reinterpretando l’espressione coniata dall’antropologo Marcel Mauss nel famoso Saggio sul dono, vuole mostrare come il fenomeno migratorio pervada tutti gli aspetti della società, dallo studio della rotte, dei percorsi dei migranti fino ad entrare all’interno della cultura e della vita delle famiglie, modificando il rapporto degli immigrati con il Paese di origine e la società ospitante. Perciò l’analisi proposta dal volume conduce il lettore verso un dialogo critico che ruota intorno al concetto di acculturazione, ovvero quanto i nuovi arrivati assimilino del Paese ospite e quanto il fenomeno modifichi comportamenti, visioni e valori in rapporto con la loro cultura tradizionale.

L’immigrazione è infatti collegata allo stesso tempo con la vita di comunità e con lo spazio e la geografia urbana: nelle nostre città arrivano nuovi colori, sapori e il cambiamento coinvolge aspetti demografici, educativi, sociologici, nonché implica maggiori riflessioni sul ruolo e sulle politiche sociali dello stato (Welfare).

Gli studi empirici e le esperienze riportate sono un esempio di come vengano coinvolti molteplici campi di studio: dalla psicologia alla sociologia, dalla geografia umana al sociale.

Collaborare per comprendere insieme e non per dividere: l’incontro tra discipline apparentemente diverse e distanti tra loro in realtà arricchisce la conoscenza sulla complessità dei processi socio-culturali legati alle migrazioni e rende l’opera contemporaneamente appassionante e stimolante.

Chiavi di lettura del testo sono i concetti di acculturazione, integrazione e dialogo trattati in vari contesti come scuola e famiglia in differenti momenti della vita. Inoltre vengono offerti spunti di riflessione sulle varie tipologie di migrazioni, dai minori non accompagnati ai rifugiati, e sui diversi metodi per lo studio del fenomeno, dalle interviste ai questionari, passando per l’utilizzo di riprese e filmati a carattere etnografico.

La ricerca è suddivisa in 17 capitoli dove i processi migratori e le relazioni interculturali vengono descritti tenendo conto degli aspetti geografici, antropologici, sociologici, storici, educativi e psicologici, riflettendo così l’approccio polispecialistico e multidisciplinare dei curatori agli argomenti trattati.

Il volume si apre con il capitolo Studying Migration from different perspectives and with different techniques dove Nadia Rania tratta delle tecniche utilizzate nelle scienze sociali per affrontare il fenomeno migratorio, analizzandone forze e debolezze e si conclude con una sfida per ricercatori, ovvero considerare il contributo che altre discipline possano fornire, migliorandone la conoscenza e la divulgazione. Franco Pittau and Antonio Ricci con l’approfondimento The new global migratory scenarios and their governance (cap. 2) descrivono il caso di studio in Europa e nel mondo, portando interessanti dati statistici che permettono una maggiore comprensione degli argomenti della ricerca. Gli autori sottolineano come le migrazioni non portino soltanto dei problemi, ma possono anche essere un forte stimolo economico e culturale per favorire l’educazione alla pace. Infatti, solo conoscendoci gli uni con gli altri possiamo imparare il rispetto reciproco e creare vera integrazione.

Chiara Cifatte e Laura Migliorini, nel capitolo 3, Acculturation process, adjustment and linguistic practices in an Italian village, accompagnano il lettore all’interno del tema dell’acculturazione, presentando uno studio quantitativo in due gruppi di adolescenti che si differenziano tra loro per la madre lingua, italiana e non, mostrando le caratteristiche dell’acculturazione nei due tipi differenti. Grazie a Laura Frattini e Nadia Rania, nel capitolo successivo, Challenges, resources and ethnic identity negotiation: the perspective of immigrant women, l’attenzione si sposta sulla prospettiva delle donne immigrate nel contesto italiano e su quanto il fenomeno dell’acculturazione porti con sé conseguenze sul benessere, anche negative, infatti può essere una forte fonte di stress. Nel suo contributo, The phenomenon of migration of unaccompanied minors from Central America to the United States (cap. 5), Nicoletta Varani tratta delle ragioni e dei problemi geopolitici e geosociali connessi alla migrazione dei minori non accompagnati in Centro America diretti verso gli Stati Uniti, argomento ancora poco analizzato dai media e dai ricercatori, malgrado sia in continuo aumento.

L’itinerario della ricerca assume una prospettiva psicologica nel capitolo sei, Psychosocial adjustment of immigrant adolescents in Italy: acculturation, discrimination and intergroup friendship, dove Paola Cardinali e Laura Migliorini riflettono tra acculturazione, discriminazione e sviluppo di psicopatologie tipiche dell’adolescenza e di come queste ultime possano essere legate alle migrazioni.

Il lavoro continua con il saggio di Silvia Pisoni e Antonella Lotti, University student daughters of migrants: inclusion paths (cap.7), che spostano l’attenzione sulle seconde generazioni, in particolare sulle figlie dei migranti e il loro accesso e partecipazione agli studi universitari. Stefania Rebora e Nadia Rania, nel capitolo 8, Parental ethnotheories and family routines: a comparison between Italian and Ecuadorian mothers in the Italian context, analizzano i comportamenti genitoriali delle madri italiane paragonate a quelle ecuadoriane all’interno del nostro Paese, mettendo in luce analogie e differenze. Rosa Parisi, con il contributo Families and migration: mixed families between institutional policies and every day negotiation (cap. 9), affronta il tema delle famiglie e dei matrimoni misti, dove un partner è straniero, mentre l’altro è italiano. Paola Cardinali, Nadia Rania e Laura Migliorini, nel capitolo 10, Adolescents at risk: comparing Italian and immigrant youth, analizzano i casi dei giovani a rischio paragonando gli italiani con gli immigrati, argomento poco trattato dagli specialisti del settore.

L’approccio storico al fenomeno viene fornito da Sandro Bozzolo che, nell’approfondimento A nation to build. Four migratory routes between Italy and Colombia, 1810-1910 (cap. 11), tratta della migrazione italiana in Colombia e quando i nostri connazionali abbiano giocato un ruolo importante nella storia del Paese, riportando alcuni esempi significativi.

Andrea Traverso e Renza Cerri, nel capitolo 12, Education, interculture and sustainability: a planning model, presentano uno studio con il fine di poter applicare modelli di sostenibilità nelle scuole e definire buone pratiche di insegnamento in contesti interculturali.

Antonella Primi, in The map as an instrument for the analysis, synthesis and narration of migration (cap. 13), ripone l’attenzione sulla mappa, utile strumento per analizzare gli spostamenti degli uomini ma anche chiave di lettura di come i migranti percepiscano lo spazio urbano. La mappa, in chiave semiotica, assume così il duplice ruolo di prodotto sociale e mezzo di comunicazione.

Il contributo Highly skilled migrants: not only a matter of brain! An interdisciplinary approach to the study of highly qualified people on the move! di Camilla Spadavecchia (cap. 14) tratta del tema dei migranti altamente qualificati con un approccio multidisciplinare, dove la geografia umana s’incontra con le altre scienze sociali.

Nel capitolo 15, Videoethnography in a glocal context from Genoa to Dakar, Luciana Taddei e Lorenzo Martellacci, discutono della loro videoetnografia svolta tra Genova e Dakar, tra l’Italia e il Senegal, mostrando l’importanza e l’utilità della tecnica nello studio di questioni politiche e sociali.

Mauro Spotorno, nella ricerca How is the “authentic” Medina great? Some rescaling problems in the analysis of the territorial dynamic of the Medina of Marrakech (cap. 16), frutto di interviste di osservazione sul campo, tratta nel caso di Medina di Marrakech dal punto di vista della geografia urbana e turistica evidenziando come lo spazio turistico non sia riconducibile ad una zona delimitata da confini ben definiti.

L’opera si conclude con l’approfondimento di Francisco Delgado e Raul Ruggia, Improving the management of social security international agreements through interoperability (cap. 17), che trattano del tema degli accordi internazionali nel campo della sicurezza sociale, in particolare per quanto riguarda le tecnologie dell’informazione proponendo delle soluzioni di tipo semantico contenenti dei modelli in modo di facilitare la comprensione e l’accesso ai diritti delle persone.

Il volume, complessivamente scorrevole e di agevole lettura, costituisce uno studio molto interessante ed accurato sul tema delle migrazioni, analizzato attraverso strumenti teorici e specifici casi di studio. La sfida che pone al lettore è mostrare come un approccio pluridisciplinare alle tematiche affrontate costituisca sempre un arricchimento, un passo in avanti. Infine, considerare la migrazione come una opportunità, malgrado possano talvolta nascere dei conflitti e delle incomprensioni, è il messaggio che si legge scorrendo le pagine dove l’intercultura è considerata una pratica di vita verso l’educazione alla pace e al rispetto dell’altro, non soltanto una materia di studio per esperti del settore.

 

Enrico Bernardini

 

 

Nadia Rania, Laura Migliorini (a cura di)

Intercultural Relations and Migration Processes

Nova Publishers, New York, 2017

 

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