Diario di bordo
Renzo Balmelli. Olanda, Europa: Gli xenofobi non passano 
I Liberali di Rutte battono gli anti-europeisti. Trionfo dei Verdi, grave sconfitta dei Laburisti, tengono i Socialisti
Le congratulazioni di Gentiloni a Mark Rutte
Le congratulazioni di Gentiloni a Mark Rutte 
16 Marzo 2017
 

Si temeva il peggio dopo la Brexit e le elezioni americane. Per fortuna così non è stato. L'Olanda culla della tolleranza e del pensiero razionale, l'Olanda che da Erasmo a Spinoza occupa un posto di primo piano nella storia della filosofia, non poteva tradire gli ideali che ne hanno fatto un punto di riferimento di intere generazioni. E nemmeno poteva abdicare da un giorno all'altro dalle responsabilità che al pari dell'Italia le vengono conferite dal ruolo di Paese fondatore dell'UE.

Al primo significativo stress-test sulla reale tenuta della casa comune europea, gli olandesi hanno detto No al populismo e in pari tempo sono riusciti a sventare l'affermazione dello xenofobo e islamofobo Geert Wilders che però – e su questo aspetto si innesteranno gli indicatori dei futuri scenari – ha subito sì una sconfitta, ma non irreparabile. Tanto da fargli dire, con la tracotanza che gli è abituale, che Mark Rutte, il premier liberale uscente e vincitore delle elezioni, ancora non lo ha fatto fuori. Un avvertimento che ha il sapore della minaccia.

Con la vittoria sulle forze reazionarie, i Paesi Bassi rimangono dunque una nazione pro europea e non fa ombra di dubbio che questa importante affermazione non mancherà di ripercuotersi anche in Francia e Germania, paesi cardine dell'UE, che vi troveranno svariate ragioni per guardare alle loro sfide con un altro stato d'animo. Tuttavia, se in queste ore Salvini e Marine Le Pen non hanno motivo di gioire, ciò non significa affatto che si debba abbassare la guardia. Il pericolo oscurantista che i loro movimenti rappresentano è lungi dall'essere scomparso.

Occorre continuare a lottare per un'Europa aperta e libera, preparandosi ad affrontare altri scontri con la destra reazionaria i cui esponenti sicuramente non demorderanno né saranno disposti ad abbandonare il campo tanto presto. Se Wilders non è riuscito a vincere le elezioni nonostante il clima che l'ha fatto paragonare a Trump (e come lui sembrava capace di rompere qualsiasi tabù), questa e senz'altro una buona notizia. È invece molto meno buono il crollo verticale dei Laburisti che escono dalla consultazione con le ossa rotte. Nell'atmosfera festosa del dopo-voto, la controprestazione del partito è un colpo durissimo, un graffio all'anima della socialdemocrazia olandese che lascia sul terreno non solo un'infinità di seggi, ma anche la possibilità di avere un ruolo determinante nel nuovo Parlamento attraverso le sue politiche sociali.

Peccato, davvero peccato, perché l'Europa, che può tirare un sospiro di sollievo, ha assolutamente bisogno di tracciare una demarcazione chiara e netta dagli estremisti, operazione per la quale è indispensabile l'apporto etico, morale e culturale della sinistra.

 

Renzo Balmelli

(da L'avvenire dei lavoratori, 16 marzo 2017)


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