Diario di bordo
Enrico Bernardini. Genova: Migranti, tra realtà e luoghi comuni 
Le cooperative e le associazioni del territorio genovese raccontano le esperienze di accoglienza
07 Marzo 2017
 

Venerdì 3 marzo 2017 presso il Teatro SOC di Genova Certosa si è svolto l’evento “Migranti tra realtà e luoghi comuni”. L’incontro è stato organizzato dalla SOC Certosa San Bartolomeo e ha visto la partecipazione di Arci Solidarietà Genova, Afet Aquilone onlus, Coopsse srl e la Comunità di San Benedetto al Porto, tutte realtà impegnate in progetti di accoglienza e integrazione dei migranti nel territorio genovese. Inoltre la serata è stata arricchita dal contributo del dottor Alessandro Valle, medico volontario dell’operazione Mare Nostrum.

L’incontro si è aperto con la preziosa testimonianza del dottor Valle che ha raccontato della sua esperienza in Eritrea, Paese soggetto da diversi anni ad una dittatura militare le cui vittime, come spesso accade in queste situazioni, sono i civili innocenti. Per questo l’Eritrea è uno dei principali luoghi di partenza dei migranti, per lo più ragazzi giovani, che, percorrendo una rotta che attraversa i deserti di Sudan e Egitto, giungono in Libia dove sperano di imbarcarsi per l’Italia e l’Europa. Il Paese africano è una meta privilegiata di partenza anche perché, essendo ex colonia italiana, la nostra lingua è ancora conosciuta e studiata nelle scuole.

Una volta in Libia, i nuovi arrivati vengono segregati in strutture gestite da criminali locali, i cosiddetti “trafficanti di uomini”, che li sottopongono ad ogni genere di violenza fisica e psicologica fino a quando non ottengono dai migranti il denaro necessario per la partenza verso l’Italia. In alcuni casi può passare anche un anno.1

In seguito il dottor Valle ha posto l’attenzione sulla sua esperienza diretta di medico facente parte dell’operazione Mare Nostrum. La missione, finanziata dal Governo Letta (2013-2014) dopo la tragedia di Lampedusa dove morirono più di trecento persone in mare, prevedeva l’utilizzo della Marina Militare italiana per il controllo dello spazio marino ed aereo adiacente le coste libiche al fine di fronteggiare l’emergenza umanitaria e contemporaneamente assicurare alla giustizia coloro i quali lucravano sul traffico di esseri umani.2

Al contrario di quanto possa apparentemente sembrare, il recupero di gommoni, barconi e pescherecci è una operazione molto delicata perché la maggioranza delle persone, non sapendo nuotare, rischia la vita in caso di rovesciamento del mezzo, evento purtroppo che può accadere dato l’elevato numero di persone e bordo e la precarietà delle imbarcazioni utilizzate.

L’operazione Mare Nostrum è stata attualmente sostituita dalla Triton che non vede soltanto il coinvolgimento dell’Italia, ma dei Paesi dell’Unione Europea e ha un finanziamento di circa 3 milioni di euro mensili per le attività nel Mediterraneo.

Il medico ha mostrato immagini molto suggestive dei salvataggi in mare dei migranti, molti dei quali bambini; inoltre la sua testimonianza ha contribuito a sfatare il mito delle numerose malattie portate nel nostro Paese illustrando le diverse visite mediche a cui sono sottoposte le persone e i rari casi in cui sono stati trovati pazienti affetti da malattie gravi e contagiose.3

La seconda parte della serata è stata dedicata all’accoglienza sul territorio e ha visto protagoniste diverse cooperative e onlus genovesi che hanno raccontato la loro esperienza con i migranti.

Roberto de Montis di Coopsse srl, Francesco Carobbio di Afet Aquilone onlus e Milena Zappon della Comunità di San Benedetto al Porto hanno illustrato le attività delle loro organizzazioni specificando che i richiedenti asilo sono in realtà la minoranza dei migranti, rispetto a tutti gli altri, classificati come “migranti economici”, ovvero coloro i quali non scappano dalla guerra, ma da situazioni di povertà. Le organizzazioni possiedono diversi appartamenti dislocati nel territorio genovese dove ospitano i nuovi arrivati ed organizzano loro corsi di lingua italiana, adoperandosi anche per la creazione di percorsi formativi che prevedono la frequenza scolastica e l’istituzione di borse lavoro per la formazione di personale qualificato in diversi settori come l’agricoltura, la lavorazione del ferro e del legno, l’allevamento e la ristorazione, ambiti dove gli stranieri mostrano maggiore inclinazione, come risulta dai colloqui svolti con psicologi e formatori delle cooperative.

Altra importante attività svolta dalle organizzazioni è l’Europrogettazione, in quanto l’Unione Europea mette a disposizione diversi bandi per il finanziamento di progetti per l’integrazione e l’avviamento al lavoro, anche imprenditoriale, dei migranti. In un contesto di scarsità generale di finanziamenti pubblici statali è molto importante la partecipazione ai bandi europei per promuovere progetti reali per la tutela delle categorie svantaggiate.

Significativo è stato anche l’intervento di Rashid Khay, presidente di Arci solidarietà, che ha sottolineato ancora una volta che i famosi “35 euro al giorno” che lo stato elargisce per i migranti in realtà vengono utilizzati per coprire le spese degli operatori e per il mantenimento delle strutture di ospitalità e che, di conseguenza, ai migranti, resta una cifra variabile tra i 2,5 e i 5 euro giornalieri.

L’incontro è stato infine arricchito da un interessante e stimolante dibattito sugli argomenti della serata concluso con l’intervento della dottoressa Iole Murruni, presidente del Municipio V Valpolcevera del Comune di Genova, presente all’incontro fin dall’inizio, che ha descritto i diversi progetti di volontariato avviati dal Comune per avvicinare al mondo del lavoro i nuovi arrivati attraverso piccole opere di manutenzione a giardini e a scuole.

Complessivamente il ritratto presentato dei migranti è quello di giovani in salute che hanno molta voglia di lavorare e di mettersi in gioco, al contrario quanto percepito dai media e dalle frequenti dichiarazioni, anche sui social network, di una certa classe politica.

Incontri come questo hanno il fine di sfatare, attraverso l’esposizione di testimonianze e dati scientifici, gli stereotipi negativi diffusi sul tema dell’immigrazione che possono generare pericolosi focolai di razzismo e intolleranza, estinguibili soltanto grazie a politiche serie di accoglienza e integrazione che prevedano una progettualità concreta tesa all’inserimento attivo dei migranti nel nostro Paese.

 

Enrico Bernardini

 

 

Sitografia

» Sito web Afet Aquilone onlus.

» Sito web Arci Solidarietà di Genova.

» Sito web Municipio V Valpolcevera Comune di Genova.

» Sito web Coopsse srl.

» Articolo sull’evento.

» Pagina Facebook Soc San Bartolomeo della Certosa.

» Pagina Facebook evento.

» Sito web operazione Mare Nostrum.

» Sito web Comunità San Benedetto al Porto.

» Segnalazione dell’evento su Tellusfolio.it.

 

 

1 Per un approfondimento sulle sofferenza dei migranti in viaggio verso l’Europa, si segnala il documentario Come un uomo sulla terra di Andrea Segre, Riccardo Biadene e Dagmawi Yimer, presentato al 28º Festival del Cinema Africano di Verona nel 2008.

2 La fonte ufficiale per le informazioni e i dati relativi all’operazione Mare Nostrum è il sito web della Marina Militare italiana.

3 Gli stessi dati della Marina Militare italiana confermano la scarsità di interventi sanitari nell’operazione Mare Nostrum rispetto al numero dei migranti tratti in salvo.


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