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In libreria/ Marisa Cecchetti. “A pezzi, a bocconi” di Gianna Miola
23 Febbraio 2017
 

Le poesie di Gianna Miola (Enego, VI) sono suddivise in varie sezioni, ciascuna delle quali si apre con alcuni versi di quella sezione stessa, versi che diventano una guida per un percorso di lettura. Ne cito alcuni: Una verità non cercata / è sempre a venire; Nel suo breve cerchio / la realtà consuma i suoi riti; Non permettere che la paura /domini, inflessibile despota, /il tuo cuore; Potevo sognare da bimba / oltre al cerchio alto dei monti; Il mondo muore di sete: / a troppi mancano i sogni .

A lettura terminata rimangono sensazioni ed immagini ben definite: le montagne innevate, il ghiaccio, l’umidore dei boschi, il loro profumo, i silenzi, gli inverni lunghi, tutto vissuto con adesione affettiva ma con un diffuso senso di attesa. Tuttavia queste immagini non prevalgono, bensì si contrappongono ad un’urgenza, ad una ricerca continua di luce. Così si accarezza con gli occhi e con l’anima ogni minimo segno di risveglio, ogni filo d’erba nuova che trema affacciandosi, ogni primo fiore che si apre dopo il gelo, ogni affacciarsi del sole. La vita che rinasce è continuità degli elementi e noi apparteniamo a quel ciclo vitale, anche se la nostra realtà consuma i suoi riti in un cerchio breve: mi riconosco docile elemento / della totalità. / Con intensità inattesa / guardo stupita / il mio aprirmi all’universo.

Il cerchio alto dei monti è stato senza dubbio per lei bambina la siepe leopardiana oltre la quale spingersi a sognare l’infinito: montagne che contengono ma al tempo stesso indicano altezze vertiginose e lasciano immaginare spazi infiniti e silenzi sovrumani.

Ricca di una sensibilità profonda, sognatrice, innamorata della sua terra, della luce e della vita, Gianna Miola ha trovato la forza per affrontare e sostenere anche le angherie della vita stessa, i sacrifici che impone, le perdite dolorose con cui si deve imparare a convivere; rari e passeggeri i momenti di ripiegamento.

La sofferenza non le impedisce di cercare la bellezza per viverla pienamente, perché è la consapevolezza profonda del dolore che fa sentire la preziosità del vivere. Si può ritrovare anche la leggerezza, quella dei sogni mai cancellati, si può tornare a vivere la propria femminilità con gioia, e soprattutto la sofferenza individuale non si chiude egoisticamente davanti a quella degli altri, non inaridisce il cuore.

In questo percorso faticoso ma affascinante dove la ricerca della bellezza è un punto cardine, di conseguenza la parola poetica è indispensabile, prima di tutto quella dei grandi poeti che si individuano sparsi nelle citazioni della Miola, ed insieme la ricerca del proprio linguaggio poetico, che è un filtrato di emozioni e di bellezza.

 

Marisa Cecchetti

 

 

Gianna Miola, A pezzi, a bocconi

Biblioteca dei Leoni, 2016, pp. 144, € 12,00


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