Lisistrata
Evviva, fiducia o non fiducia ...è passata!
17 Dicembre 2006
 

Beh sì è finita, sia pure in modo persino umiliante, stupido, insensato. Abbiamo una finanziaria e speriamo sia l'ultima: votata con un unico voto per un testo fatto di un articolo 1001, con più di mille commi, insomma un mostro giuridico che né alla Camera né al Senato è stato approvato dalle rispettive commissioni bilancio, e che è stato certamente manipolato dagli alti dirigenti dei ministeri, che si sono ritagliati dei privilegi. Pare ci sia un accordo generale perché dal prossimo anno si rinnovi la procedura e il modo di preparare la legge, insomma tutto da rifare.

 

Nel corso dei giorni preparatori le insidie sono state tante, ma le più difficili si sono presentate in aula. Da un po' di tempo l'opposizione ha assenze di 10-15 unità e la "spiegazione" che viene data è che vogliono lasciare che il governo vada avanti fino a quando non hanno pronta l'operazione di allargamento (Grande coalizione). Non è prevedibile però una successione diversa al governo Prodi senza nuove elezioni e nuove elezioni anticipate non si sa che cosa produrrebbero. Inoltre la Grande coalizione in Germania non sembra molto gloriosa. Certamente nell'attività di giorno in giorno l'opposizione sembra poco intenzionata a fare granché, invece nei momenti difficili preparano trabocchetti e insidie molto ben architettate ed efficaci. Il dibattito politico non c'è, se si vogliono usare le parole con un minimo significato: una sequela di persone che parlano da sole, non si possono chiamare dibattito, confronto, sessione di bilancio.

 

Nei momenti difficili l'opposizione sembra voler spingere fino allo scontro fisico e comunque alla perdita di tempo, alla dilazione continua: si ha persino l'impressione che contino sul fatto che ad alcuni tra i più anziani vengano meno le forze e cedano. Loro resistono impavidi e vengono colpiti da un disprezzo urlato e continuo che non avendo alcuna base costituzionale (non è possibile giudicare senatori di serie A e senatori di serie B) puntano solo sugli urli sberleffi insulti, rivolti alla Montalcini, Scalfaro e Ciampi (soprattutto).

 

L'altra cosa è che ho conosciuto Padoa Schioppa, un ministro che mi era soprattutto antipatico per la sua reticenza a mostrarsi, le sue affermazioni da Sibilla dal buio dei suoi antri protetti, insomma davvero fastidioso. Sicché l'ho osservato e ascoltato con assoluta attenzione durante la replica data in Senato, e ho mutato parzialmente opinione. Non dirò che sia un simpaticone, perché non lo è, però visto da vicino è più umano, molto gentile, persino sorridente e facile da affrontare di persona. Se lo si ascolta ci si rende conto che è molto covinto di ciò che dice, non voglio solo dire che è in buona fede perché questa è una qualità etica che deve essere presunta fino a prova contraria, parlo di convinzione intellettuale, lui si sente ed è rappresentante significativo di una cultura politica ed economica liberale, non pero neoliberista estrema. Delle due grandi scuole di cultura politico-economica della borghesia colta italiana, quella di Bruno Visentin e quella di Adriano Olivetti, lui è connesso con la prima, dato che la seconda è già stata sconfitta, appena si è collegata alla sinistra italiana. Poiché per la destra attuale Padoa Schioppa è già un pericoloso sovversivo, agguantato e manovrato dalla sinistra radicale, dai "comunisti al potere" siamo ben messi. Penso che con Padoa si potrà discutere: sembra una figura da "leale servitore dello stato", più da grand commis francese o da civil servant inglese, insomma tra i meglio avversari che il nostro tempo sconclusionato butta. Ci sarà da lottare, ma con una persona civile e colta, quasi una rarità anche nei governi.

 

Lidia Menapace


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