Giorni votati a quel mondo
di presenze e di voci ormai perduto.
Eppure il mio tempo reclama
il tempo che gli manca
nelle deserte ore che precipitano
nel limbo delle lontananze.
Vedi come scelgo a perdere
quando s’alza la luna
e la trama del giorno si disfa
nell’inerzia del nulla.
Forse resta l’arabesco dell’inchiostro
nelle parole dei passi in solitudine
per strade diverse e altre
che non sanno niente di noi.
Antonio Barbuto
(Roma, 6-8 febbraio 2017)