Oblō cubano
Virgilio Piņera. Il negozio (1944)
08 Febbraio 2017
 

Il negozio – una cappelleria – si trovava all’angolo del parco. In quel momento il padrone diceva qualcosa a voce bassa al ragazzo incaricato di consegnare gli acquisti ai clienti. Questi lo ascoltava mentre dava gli ultimi colpi di scopa nella parte di pavimento dove la pendenza era più pronunciata, per fare in modo che le acque, in caso di pulizia generale, potessero defluire verso i canali di scolo interni. Per maggior comodità della clientela abbastanza distinta che frequentava il negozio, il padrone aveva installato un grande specchio ovale e al lato dello specchio una mensola dove riposava un enorme pettine d’argento. A volte, qualcuno avvicinava con molta circospezione il proprio naso al cristallo della vetrina, ma il diligente ragazzo usciva subito fuori con un gran pezzo di flanella e puliva di nuovo quella parte di cristallo annebbiata.

Oltre al padrone c’erano due commesse, perché era esclusivamente un negozio di cappelli da signora. In dieci anni di servizio nella casa, la commessa A. era mancata un giorno dal lavoro, ma la commessa B. - che non aveva mai avuto simile problema – l’aveva sostituita con tale diligenza che la consueta vendita non ne aveva sofferto alcuna conseguenza. Erano già le undici del mattino quando una signora, vestita con grande eleganza, attraversò il parco, salì sul marciapiede ed entrò nel negozio. La commessa A. uscì a riceverla con la sua consueta gentilezza mentre la commessa B. (quella che non era mai stata assente dal lavoro) con la sua andatura ondeggiante si frappose un istante tra le due per scomparire, infine, lungo la galleria che conduceva al magazzino. Nel frattempo la signora ritoccava i suoi capelli con il gran pettine d’argento e subito dopo porgeva la sua bella testa alla commessa perché quella le facesse provare il modello richiesto. Un poco più avanti il padrone si metteva un dito nel naso, approfittando che il corpo della commessa B., che stava ritornando dal magazzino con due grandi casse di cappelli, impediva che la signora potesse scoprirlo. Ma la signora, dopo aver pagato l’importo dovuto per il cappello prescelto, si allontanava verso la strada mentre l’impiegata A., raccogliendo i biglietti di banca, incrociava nel centro del negozio l’impiegata B. che stava tornando al magazzino con le due casse di cappelli.

 

 

(Da: Virgilio Piñera, Cuentos fríos, 1944)

Traduzione di Gordiano Lupi


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