Le montagne divertenti
La Punta di Scais (m 3039). 3ª parte 
Panoramica sulle valli di Piateda e sui suoi ghiacciai
13 Dicembre 2006
 

 

La Val Venina è l'unica valle delle Orobie valtellinesi a non avere andamento uniforme e rettilineo da N verso S, ma presenta bensì una duplice suddivisione dicotomica che dà vita a quattro convalli. Da Est a Ovest: si hanno: Val Caronno, Val Vedello, Val d'Ambria e Val Venina. Ad eccezione della Val Venina, mostrano tutte apparati glaciali: in Val d'Ambria si nascondono i piccoli glacionevati di Podavista, Aga (ghiacciaio nero), Pizzo dell'Omo Ovest, Pizzo dell'Omo Nord-Ovest e Pizzo del Diavolo di Tenda Nord Ovest. Il piccolo glacionevato del Pizzo del Salto chiude a S la Val Vedello, mentre due elementi minori si nascondono alle pendici del Pizzo Grò. In Val Caronno si sviluppano le uniche strutture glaciali consistenti della regione di Piateda: le vedrette di Porola e di Scais, i ghiacciai di Brunone e di Cantunasc.

Essendo le Prealpi Orobie il primo ostacolo che si frappone alle masse d'aria provenienti dalla pianura padana, il settore è investito da abbondanti precipitazioni che giustificano un accumulo nevoso consistente e un glacialismo altrimenti inspiegabile, alla luce soprattutto della modesta elevazione delle montagne (in tutto il fronte orobico solo Punta di Scais, Redorta e Coca superano i 3000 metri di quota) e alla scarsa altezza mediana dei bacini glaciali (soli 2381 m/slm).

Nonostante i ghiacciai orobici avessero particolarmente beneficiato della reglaciazione degli anni settanta, negli ultimi cinquant'anni si è verificato un drammatico e sempre più veloce regresso, imputabile sia alle scarse quanto tardive precipitazioni invernali, sia all'aumento delle temperature medie. L'ampio arretramento dei sistemi maggiori (Scais e Porola) e la quasi scomparsa dei minori ne sono palese testimonianza.

 

Enrico Benedetti

 

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