Lo scaffale di Tellus
Flavio Ermini. L’altare dei sacrifici e il giardino destinato alla vita
17 Dicembre 2016
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Con il grido che dal fondo si leva ci consegna alla pena la natura

Nell’indurci ad accogliere ciò che viene alla conoscenza

Al fine di svelare quanto si sottrae solitamente allo sguardo

Lasciando appena intravvedere le più lontane stelle

Per non esporre alla cecità l’essere umano

Alla cui vista è insopportabile persino la terra

Che di ombra e poca luce è fatta

 

A causa dell’ostinato levarsi delle tenebre

Se non proprio dell’annientamento cui porta lo sprofondare

Sempre di nuovo si ripete l’ascensione al cielo

In omaggio all’anima che in terra si distende

Sullo sfondo originario cui l’umano vivente si sottrae

Mettendo senza una parola il sacro recinto a soqquadro.

 

 

(Da: Flavio Ermini, Il giardino conteso. L’essere e l’ingannevole apparire,
Moretti&Vitali, 2016, pp. 244, € 18,00)

 

 

»» Su YouTube Video “Salotto Carocci con Flavio Ermini”
del 13 dicembre 2016 su Il giardino conteso


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