Asili nido. C'è ancora tempo per intervenire in Finanziaria, dalle parole si passi ai fatti!
12 Dicembre 2006
 
Secondo alcun dati presentati ieri nel convegno organizzato dall'Anci, "I comuni per l'infanzia", il numero dei nidi d'infanzia in Italia è cresciuto del 62,4% nel quadriennio 2000-2004, ma copre soltanto il 10% della domanda e con forti squilibri tra Nord e Sud nella distribuzione sul territorio nazionale. Il ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni, intervenendo al convegno, ha ricordato come il precedente Governo abbia tagliato 170 milioni di euro a scuole paritarie e comuni e come questo renda difficile garantire il servizio d'infanzia ai comuni con meno di 5.000 abitanti. Fioroni ha concluso il suo intervento con un riferimento alla Finanziaria definendo «significativo l'inserimento di un Piano straordinario sui nidi e l'istituzione del Garante dell'infanzia».
Sarebbe bene che il Ministro facesse sentire la sua voce non solo durante i convegni ma anche in sede di Consiglio dei Ministri, cioè quando vengono stabilite le cifre da destinare ai servizi. In particolare in sede di Finanziaria.
Vorrei ricordare al Ministro che, pure se significativo, questo piano servirà a ben poco poiché siamo ancora molto lontani dal raggiungere gli obiettivi di Lisbona che prevedono entro il 2010 una copertura territoriale nazionale di asili nido del 33%.
Un allarme che avevo lanciato per tempo e nelle sedi opportune. A fine novembre il ministro per la Famiglia Rosy Bindi rispondendo ad un mio question time in aula aveva tuttavia confermato l'impossibilità di raggiungere l'obiettivo di Lisbona: nell'attuale Finanziaria sono previsti per gli asili nido un totale di 300 milioni (distribuiti in tre anni) mentre, secondo le stime, occorrerebbe una cifra complessiva di 9 miliardi di euro.
Ma c'è sempre tempo, sia per reperire fondi sia per intervenire con sgravi e altre misure per i nidi aziendali!
La finanziaria deve ancora essere perfezionata e sarebbe bene far seguire a queste dichiarazioni dei fatti per portare il nostro Paese più vicino a quello che succede in molti Stati europei, dove avere un figlio non è così difficile come da noi.
Una misura concreta che varrebbe più di tante parole sulla famiglia!
 
Donatella Poretti

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