Arte e dintorni
#furioso16tw: la parabola umana dell’Orlando 
Cosa vedeva Ariosto quando teneva gli occhi aperti?
21 Ottobre 2016
 

È possibile portare l’Orlando furioso sui social, tradurne le ottave in tweet? A cinquecento anni dalla prima pubblicazione del poema, hanno raccolto la sfida i profili Twitter della Società Dante Alighieri @la_dante e di MuseoFerrara @museoFe. È partito riscuotendo da subito una partecipazione convinta il progetto #furioso16tw, che invita alla lettura del capolavoro di Ariosto esaltandone gli aspetti di grande umanità. Il progetto, con la supervisione scientifica di Alberto Casadei, ordinario di Letteratura Italiana all’Università di Pisa nonché membro del Consiglio scientifico della Dante, si svilupperà sino al prossimo 18 novembre. Stanno al gioco anche i profili del Comune di Ferrara @ComuneDiFerrara, del Comitato nazionale per le celebrazioni ariostesche @2016furioso e di Palazzo dei Diamanti @PalazzoDiamanti, dove prosegue la mostra “Orlando furioso 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi”. Non a caso, il progetto scanzonato si domanda cosa vedesse invece il poeta quando li teneva ben aperti.

Per 40 giorni, escluse le domeniche, saranno pubblicati tweet scherzosi e in rima per invitare i lettori a interagire con il testo del Furioso andando “a caccia di mostri”, o cercando tra i versi le occasioni per leggere ancora il poema da un punto di vista attuale. #furioso16tw si concentra infatti sugli elementi umani dell’opera, quelli che non perdono mai di attualità e che permettono ancora oggi ai lettori di riconoscersi in un poema ambientato ai tempi di Carlo Magno e pubblicato per la prima volta il 22 aprile 1516. Twitter, grazie alla sua immediatezza non invasiva, si presta persino al coinvolgimento di personalità culturali, chiamando in causa eventi del territorio che sovrappongono il passato al presente. Gli scambi di vedute nascono da veri e propri “botta e risposta” che raccolgono le affermazioni di chi approfondisce la poetica di Ariosto senza scostarsi troppo dal quotidiano, così Stefano Benni, Roberto Pazzi, Luigi Dal Cin, Guido Conti, Vittorio Sgarbi e Nuccio Ordine, almeno per il momento.

Temi come la follia amorosa, il movimento caotico per seguire gli oggetti del desiderio, il confronto tra il vero e l’apparenza contribuiscono a disegnare una vera e propria parabola umana all’interno del poema. Diversamente dal mondo dantesco, tutto verticale e orientato verso il Cielo, quello del Furioso è orizzontale: il lettore deve immergersi e guardarsi attorno, cogliendo le contraddizioni proprie di ogni uomo dietro le sembianze di una perfetta armonia. Un esempio di 140 caratteri, non uno di più: «Il grande Orlando, paladino fiero, / si ritrova più matto di un cavallo. / E il senno? Sulla luna! Sarà vero?».

 

»» Qui, dopo nobili premesse, Le regole del gioco

 

 

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