Dialogo Tf
“Nexus causalis”. Io voto NO perché... 
di Adriano Angelini
16 Ottobre 2016
 

Io voto No al referendum di dicembre perché la sovranità appartiene al popolo che la esercita... (Art. 1 Costituzione). Et simplex est sigillum veri.

Per globalizzare bisogna sradicare i popoli, per sradicarli serve la guerra che garantisce il risultato di forti emigrazioni di popoli e la loro concentrazione nelle aree industriali: si liberano così ampi territori per servire le multinazionali che vogliono accapparrarsi le principali fonti di energia e le forze produttive, di cui la principale rimane la forza-lavoro (l'uomo-merce), donde ne ricava il profitto o plusvalore. Ma per fare e imporre le guerre, che tra l'altro alimentano l'industria bellica che ora vanta i maggiori profitti, è necessaria la dittatura, il dire Sì al referendum governativo, alla volontà di un capo e di una oligarchia asserviti al potere economico. Per realizzare la dittatura, che si regge sempre sulla plutocrazia, occorre dividere le masse, provocando la guerra tra i poveri, gli uni contro gli altri divisi da piccoli privilegi. Il forte si rivale sul più debole, e il debole su chi è ancora più debole, non per natura, ma per una ingiustizia sociale. Divide et impera!, la legge del potere.

In definitiva a dettar legge non è il governo, ma il mercato, in cui domina il profitto delle multinazionali finanziarie e produttive, i veri protagonisti e fautori delle guerre in corso e quindi della globalizzazione, da cui si aspettano il dominio mondiale. Le forze dell'ordine per lo più sono la gendarmeria del capitale anonimo e internazionale, il cui braccio secolare è la tecnologia inarrestabile e profondamente invasiva. Ieri l'automobile e la televisione, per correre al consumare e al produrre, che dagli anni sessanta sono una tenaglia che corrompe e stritola l'uomo e, degradando la Terra, la priva della fignità. Oggi è il computer, l'intento è sempre lo stesso: manipolare e controllare e quindi dividere l'individuo e le masse.

Ormai il capitalismo mondiale compete con le virtù di Dio, è onnisciente e onnivedente, aspira a diventare onnipotente, ma è per sempre una “tigre di carta”.

Il pretesto a tutto ciò è la sicurezza; dunque si costruisce un nemico che ostacola il progresso, la democrazia, la libertà, la pace ed è il terrorista, il terrorismo, la paura di una alternativa. In realtà si combatte chi difende il proprio territorio dalle speculazioni, chi vuol salvare la propria autonomia, chi dunque ostacola qualsiasi processo di globalizzazione sostenendo l'amor patrio, quindi chi vuol difendere anche la propria lingua e cultura. E questi sono segnati come terroristi e retrogradi, da imbavagliare o ingabbiare.

Come i governi sconfiggono il terrorismo? Fanno del terrorismo in casa e fuori casa, ampliando e legittimando l'oppressione, ipocritamente per la tutela dei cittadini. Se ne ammazzi pochi sei terrorista, ma se molti sei un difensore della pace, uno che combatte contro il terrorismo; la differenza la fa il mezzo bellico. Chi combatte con gli aerei, meglio se senza piloti, vien dal cielo è un angelo, e qui i morti non si contano, chi invece col fucile e a piedi è terrorista, vien dalle caverne. Si sa: chi vince ha ragione!

In nome della sicurezza dunque si erodono tutte le libertà, i padroni diventano benefattori, l'iniziativa privata nata per i propositi più egostici la si stima caritatevole e promotrice di benessere; il contratto sociale diventa superfluo e lesivo, lo si sostituisce con l'atto di lavoro governativo, “Jobs act, passi lo straniero!”, a vantaggio esclusivo dei grandi approfittatori. La diversità di cultura è sospetta, l'uniformità è morale, globale.

Oro si versa ai capitalisti nella speranza che facciano gli interessi dei lavoratori (risata!), le casse dello Stato. Sono proprio gli interessi privati a bloccare crescita e sviluppo. Comicità e satira sono le armi rimaste al popolo, ma all'individuo la risata e la fuga verso l'antica madre Terra, la sola a darci autentica gioia, speranza e sussistenza.

Se è vero che i muri non risolvono, altrettanto vero che autostrade e ponti (salvo il pontefice) non portano democrazia, né libertà, né benessere ai molti, ma degrado e abbandono della Terra. Perché la Terra è degli umili e il superfluo scaccia il necessario, come la moneta cattiva la buona.

 

 

N.B. - Renzi I spiega la sue belle intenzioni, ma non i fatti, la iuris res.


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