Ritratti
Alberto Figliolia. A Hendrik Johannes “Johan” Cruyff (o Cruijff)
14 Ottobre 2016
 

Come le praterie in un'estate indiana...

selvaggia folata e soave brezza

la tua corsa, Johan, una danza

il tuo dribbling fra terzini marcatori

della stessa sostanza della pietra

(ricordi il biondo Berti Vogts?)

e stopper dalla facies feroce,

ma tu andavi oltre i bastioni

con levità non scevra di forza,

ispirando l'assalto, scoccando

dardi d'apollinea bellezza,

agendo nel centro delle idee,

creando luce come Vermeer

(tu dolce folgore sull'erba,

lui in un interno senza tempo),

paesaggio bruegeliano,

perfetto come un Rembrandt

nelle pieghe del buio.

E gol come spirali celesti di van Gogh

nascevano dai tuoi piedi

piatti e saggi come quelli antichi

di un profeta in marcia

nei deserti del mondo.

Il bianco e rosso dell'Ajax,

il blaugrana del Barça,

l'orange dell'Olanda...

tutte maglie tatuate

nel cuore per sempre...

un calcio a una pietra lungo i canali,

invenzioni e ricami vetrosi alla Gaudí

e meccanismi così perfetti

da sgominare gli avversari,

da sgomentare il pensiero.

Con Rep, Keizer, Hulshoff, van Hanegem,

Rijsbergen, Haan, Suurbier, Neeskens, Jongbloed...

come un Cavaliere dell'Ideale,

pietra angolare della fantasia,

libero amore e sogno e anarchia

(ah l'ordine senza potere!),

rivoluzione armoniosa e fiorita,

di lunghi capelli e basette gentili,

arte applicata e nuvole in fuga

verso gli orizzonti dell'altrove.

O Johan, come una canzone dei Beatles...

Lucy in the Sky with Diamonds,

A Day in the Life, Let It Be...

ora corri come il vento

nelle praterie di un'estate indiana.

 

Alberto Figliolia


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