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Vetrina/ Marika Baorto. Sali sul treno, ch’è normale sognare...
05 Agosto 2016
 

 

 

 

Per le vittime dell’incidente ferroviario
avvenuto tra Andria e Corato il 12 luglio 2016

 

 

 

 

Sali sul treno, ch’è normale sognare.

Come viaggiare.

 

Non soffermarti a guardare gli ulivi, ch’è tardi.

Continua ad andare.

 

Ma questa mattina, chissà, proprio

vorresti restare

qui dritto, in piedi, in abito blu,

a contemplare.

Tu, spettatore muto su questo piazzale.

 

Che strana, stamane,

l’inaudita insistenza delle cicale.

E poi ieri non hai più visto il mare.

Poterci tornare…

 

Fende, d’un lampo, la mente assonnata

l’impossibile, indisciplinato pensiero!

Sarà l’ora, ancora giovane e bianca,

l’andirivieni banale…

Sarà lo spingere di questa folla

che ondeggia già stanca.

 

Salire sul treno e partire. Lo sai,

è come sempre. È normale.

 

È un senso alternato di vite,

di incroci, di incontri,

di baci.

Lo sai che si corre su un solo binario…

 

E incollato all’orario

sempre lì, in uniforme un po’ stretta,

il capostazione, mago cieco

con la paletta,

dirige ogni giorno la folle alternanza.

 

È tutto così, fin dagli anni Sessanta.

È rimasto uguale anche lui

tra gli ulivi.

E anche treni e rotaie son sempre quelli.

E anche diversi, che grande magia…

sono sempre gli stessi.

 

Ora sali sul treno, che così è se ti pare.

Lascia che cantino le cicale,

e al loro verde lascia gli ulivi.

 

Lo sai già da quando, più giovane, udivi:

In carrozza! Si parte, signori!”

Da allora lo sai che qui al Sud,

in mezzo a ruggine e promesse (a milioni!)

con un sì vivi e con un no muori.

 

Marika Baorto

 

Da Sud a Sud, 23 luglio 2016


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