Dialogo Tf
Mario Lucchini. Ma quale sicurezza? 
È ora di risvegliare la ragione addormentata
Francisco Goya, 1797 - incisione, 21,6×16,2 cm (Biblioteca Nacional de Espana, Madrid)
Francisco Goya, 1797 - incisione, 21,6×16,2 cm (Biblioteca Nacional de Espana, Madrid) 
31 Luglio 2016
 

Dopo l’ubriacatura di notizie e dibattiti sulla Brexit, è arrivato il bieco volto del terrorismo a occupare le nostre pagine e i nostri pensieri. Domina l’orrore e la domanda “come difendersi, come essere sicuri…” Purtroppo una risposta non c’è e non ci può essere perché, nei secoli, la sicurezza assoluta non è mai esistita e non si può essere totalmente al sicuro da un nemico invisibile e che colpisce senza paura di essere colpito, anzi determinato a morire.

Lo sappiamo: la prevenzione in questi casi è tutto. Gli apparati investigativi e i mezzi tecnologici a disposizione dei servizi e delle polizie dovrebbero essere in grado di individuare per tempo i sospetti e renderli innocui. Non tocca a me dire come.

Tuttavia il mondo occidentale non è mai stato così sicuro e con strumenti tali da renderlo sicuro come oggi. Noi non vorremmo correre alcun rischio uscendo da casa nostra e circolando per il nostro paese, ma ciò è impossibile. Pensiamo ai tempi passati quando imperversavano le epidemie, le carestie e le malattie più diverse, quando le guerre martoriavano l’Europa e facevano milioni di morti inutili. Sulla piana di San Martino/Solferino in un giorno di battaglia campale o poco più ci furono 300.000 morti e ciò per la conquista di una regione! Era il Risorgimento e i patrioti offrivano il petto al nemico in nome della patria! Andando indietro nel tempo vediamo interi paesi arroccarsi sulle cime delle colline per sfuggire al “nero periglio che venia dal mare”: pirati barbareschi che assaltavano, uccidevano, stupravano… Vediamo intere città chiudersi nelle mura e resistere all’assalto dei nemici per mesi per poi morire di fame e cadere sotto i ferri e le violenze. Ma possiamo ripercorrere pure tutta la storia: il secolo scorso è stato (in risposta a coloro che mi pare di sentir dire: ma quelli erano tempi barbari!) il secolo più terribile per morti, stragi e guerre mondiali. Parliamo del ‘900!

Forse dopo la seconda guerra mondiale e il boom della ricostruzione la società europea, costituendo anche l’UE, si è illusa di una pace totale e continuativa senza più orrori barbarici. Ma i fatti odierni dimostrano che non è così. E noi in Italia abbiamo conosciuto le stragi neofasciste (Piazza Fontana, piazza della Loggia, stazione di Bologna, l’Italicus), abbiamo conosciuto il terrorismo delle Brigate rosse e e le bombe della mafia e forse ci siamo dimenticati in fretta di quest’orrore, come se un prete assassinato e sgozzato sull’altare sia tanto peggio di un bambino sciolto nell’acido. Sono gesti che non hanno scusanti di sorta e non possono essere coperti da deliri ideologici. Sono puri crimini contro l’umanità.

 

Cosa fare dunque?

Il rischio zero è inesistente anche nella vita quotidiana. Lo affrontiamo tutti i giorni senza pensarci. Succedono periodicamente disastri aerei e per questo non ci asteniamo dal volare. Ci sono 3.800 persone morte per incidenti stradali in Italia ogni anno (dato del 2014) e saliamo quotidianamente su un’auto. E così via. Non parliamo dei terremoti e delle alluvioni, che fanno vittime spesso per colpa e dolo grave degli uomini.

Il terrorismo ci offende e ci indigna per la viltà del gesto e perché vengono colpite persone del tutto innocenti, spesso in modo orrendo e drammatico. E all’improvviso dove meno ce l’aspettiamo. Questo induce paura, come se nessun luogo o nessuno strumento di vigilanza ci possa tutelare. Ma il terrorismo ideologico del Daesh gioca proprio su questo: indurre nella società occidentale la paura, inoculare il germe dell’odio, far regredire la nostra mente al tempo dei crociati e degli “infedeli”.

Guai a incorrere nell’errore di cadere nella trappola. Guai a pensare di potere evitare a tutti i costi qualsiasi rischio derogando ai nostri principi dello stato di diritto. Vigilanza sì, intelligence sì, prevenzione a tutta forza con gli strumenti che la tecnologia ci offre, ma mai la vendetta per la vendetta, mai l’eccezione che sfocia nella ritorsione criminale.

Non dimentichiamoci che la vera guerra c’è ed è in Siria, Iraq, Libia e che fa migliaia di morti ogni giorno. E il terrorismo colpisce più duramente che altrove con le autobombe a Kabul, Bagdad, Aleppo e Damasco. Un impegno occorre da parte dell’Occidente per spegnare questo focolaio immondo. Il Califfato va qui combattuto anche sul terreno, purtroppo, delle armi. Per salvare, se possibile le popolazioni civili e permettere un giorno ai migranti che affollano i confini, di tornare alle loro case e alle loro terre pacificate. Deve avvenire.

 

Diceva Goya: “Il sonno della ragione genera mostri” e la ragione sembra dormire molto in questi tempi. Risvegliamola, è ora. 

 

Amoproust

(dal blog agesiquidagis, 31 luglio 2016)


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