Oblò cubano
Nicolás Guillén. Da “Sóngoro cosongo” (1931)
29 Luglio 2016
 

Madrigale

 

Il tuo ventre sa più della tua testa

e tanto quanto le tue cosce.

Questa

è la forte grazia nera

del tuo corpo nudo.

 

Segno della foresta il tuo,

con le tue collane rosse,

i tuoi braccialetti d'oro curvo,

e quel caimano oscuro

che nuota nello Zambesi dei tuoi occhi.

 

 

Madrigale

 

Dalle tue mani colano

le unghie, in un mazzo di dieci chicchi d'uva viola.

 

Pelle,

carne di tronco bruciato,

che quando naufraga nello specchio, affumica

le alghe timide del fondo.

 

 

Canto nero

 

Yambambò, yambambé!

replica il congo solongo,

replica il nero ben nero;

congo solongo del Songo

balla yambò sopra un piede.

 

Mamatomba,

serembe cuserembà.

 

Il nero canta e si sbornia,

il nero si sbornia e canta,

il nero canta e se ne va.

Acuememe serembò,

                          ;

                          yambò,

                          .

 

Tamba, tamba, tamba, tamba,

tamba del nero che cade;

tomba del nero, caramba,

caramba, che il nero cade:

yamba, yambò, yambambé!

 

 

N.B.: Molto è intraducibile. Il poeta vuole rendere il ritmo di un son mulatto, nero, africano, ricco di sonorità a base di tamburo – ndt.

 

 

Rumba

 

La rumba

rimesta la sua musica densa

con un bastone.

Zenzero e cannella...

Male!

Male, perché adesso verrà il nero bullo

con Fela.

 

Pepe dai fianchi

flessuosi e dorati:

rumbera buona,

rumbera cattiva.

 

Nell'acqua della tua veste

tutte le mie ansie navigano:

rumbera buona,

rumbera cattiva.

 

Desidero naufragare

in quel mare tiepido e profondo:

nel fondo

del mare!

 

Intreccia il tuo piede con la musica

il nudo che più mi strine:

risacca di tela bianca

sulla tua carne creola.

Follia del basso ventre,

alito di bocca secca;

il rum che ti ha spaventato,

e il fazzoletto come briglia.

 

Ti prenderò già domata,

e ti vedrò assoggettata,

se come adesso fuggirai,

verso la mia tenerezza verrai,

rumbera

buona;

verso la mia tenerezza andrai,

rumbera

cattiva.

Non dovrà esser lunga l'attesa,

rumbera

buona;

né sarà eterna la baldoria

rumbera

cattiva;

ti duoleranno i fianchi,

rumbera

buona;

fianchi duri e sudati,

rumbera

cattiva...

 

Ultimo

sorso!

Vattene, lascia perdere, andiamocene...

Andiamo!

 

 

Meraviglia

 

Meraviglia del coltellaccio,

diventa lo stesso coltello:

taglia fette di luna,

mentre la luna scompare;

taglia fette di canto,

mentre il canto finisce;

taglia fette d'ombra,

mentre l'ombra svanisce,

quindi taglia e poi taglia

la carne della sua nera cattiva.

 

 

(da Sóngoro cosongo, 1931)

Traduzione di Gordiano Lupi


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