Diario di bordo
Lidia Menapace. 14 luglio
15 Luglio 2016
 

Non ci crederete, ma è la pura verità. Orbene, il 13 luglio è stata giornata intera di viaggio (dalla Basilicata a Bolzano, si fa presto a dire), arrivo a casa stanchissima e vado a letto molto presto per le mie abitudini, mi sveglio alle 7 e mezza, (piuttosto tardi per me) e mi metto a riordinare casa e cassetti, insomma mi butto nel lavoro manuale che serve bene per recuperare l'equilibrio psicofisico. Tutto il 14 sfaccendo leggo sfoglio qualche giallo e poi rivado a dormire abbastanza presto; la mattina seguente, il 15, resto addormentata fino alle 11 e 30, quando arriva a casa da me una signora albanese che viene a stirare il bucato, la quale è spaventatissima per ciò che è successo in Francia, ma io non so niente, insomma vengo a sapere appunto in modo approssimativo cos'è successo e scampo per puro caso alla gaffe di scrivere sul 14 luglio un pezzo a sostegno invidia ed esempio di festa nazionale che davvero da più di un secolo è una vera festa popolare. Poco male, dopo quel che è successo, che cosa volete che sia una gaffe? dico solo per dire quanto facilmente possa capitare che in un tempo tutto inondato di notizie e informazioni si possa non sapere quasi nulla.

 

Adesso so e scrivo. Il soprassalto l'indignazione la paura la confusione l'indecisione, alla fine non inaspettato il solito motto leniniano: “Che fare?”

Prima di tutto a me pare importante mettere davanti e sopra le emozioni selvagge che ci investono in questi casi, un bel po' di diffidenza (si è visto infatti a proposito dello scontro ferroviario in Puglia). Non credo che le immagini che affollano il piccolo schermo televisivo siano vere reali veritiere. Troppo perfette: se si fosse potuto fare dei servizi fotografici così ricchi e precisi, credete che non si sarebbe potuto scoprire prima ciò che stava per succedere? Si sa del resto che per fermare un camion che invade la strada, basta che la polizia spari nel motore. Non per questo bisogna cadere subito nella convinzione che sia tutto un complotto, tra francotunisini, polizia venduta servizi segreti inquinatissimi ecc. ecc. ecc. E sarà vero che ogni volta poi succede che i presunti autori dei massacri vengono catturati negli scontri con la polizia e subito (dopo gli eventi) uccisi? Tutto ciò fa troppo comodo al potere, non ci credo.

Mi sembra assai più ragionevole usare le riflessioni che ho fatto seriamente e dire, sia pure sottovoce, che quanto più una cultura monoteista è perfetta dal suo punto di vista, tanto più è pericolosa. In questo (forse solo in questo) il fondamentalismo islamico o islamismo è più pericoloso del fondamentalismo ebraico o sionismo e del fondamentalismo cristano o costantinismo.

Ma accertato ciò, poi sempre: che fare? La prima cosa che quasi meccanicamente vien da dire è di ribattere colpo su colpo: Noi occidente siamo o no gli stati i popoli i poteri economici politici e militari più forti al mondo? certo, tanto è vero che possiamo, o che è possibile che succeda anche per sbaglio che scateniamo la terza guerra mondiale “atomica”. Cioè la fine del mondo? Non è una soluzione. E risiamo daccapo. Resto ferma alla lotta contro la cultura monoteista, mi spiace, e so che abbiamo poco tempo, cerchiamo di non perderlo in scemenze e se non ci viene in mente nulla di meglio incominciamo intanto a gridare BASTA alle stupidaggini enunciate da più o meno illustri maschi colti e femmine imitatrici (o scimmiette come le chiamavamo nel femminismo storico), facciamo domande precise e respingiamo a brutto muso i giri di parole senza senso dicendo: “Non ha risposto, rinviato/a a ottobre”. Che fare ad ottobre? Qui intanto c'è una cosa che resta ferma: Votare NO al referendum istituzionale.

 

Lidia Menapace


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