Ordine di farfalla
Carlo Forin. Amen è il destino del cielo (in zumero)
Louis Augustin Belle,
Louis Augustin Belle, 'Pericle e Anassagora' 
05 Giugno 2016
 

Questo vecchietto del ’68 riconosce la felicità vissuta nel 1968 con Università Critica guidata dal rettore Francesco Alberoni, che ha dato al mondo Statu nascenti, ovvero la sociologia dell’innamoramento, ma non è nostalgico perché vive la serenità di am En, ‘che venga il Signore’, nella dimensione del destino (me) del Cielo (a…n) in zumero.

Io sono consapevole, zu in zumero, che i zumeri avevano questa convinzione: la signora luna, En Zu, aveva il potere di decidere quando uno nasceva, lu2-na-me,1 come viveva, zumer, quando moriva, secondo il destino, me, che la Signora aveva dato. Fatalismo orientale? Esatto! Vivevano anche in Ca.na.an vel Ka.na.an ‘anima. generata. (dal) cielo’, oltre che in Kalam, ‘che venga (am) l’anima (ka) alta (al)’.

In accado la signora luna fu Su En. Questo semplice cambio di grafi riassume quanto scritto e quanto parlato con un ribaltamento, prima fonte d’errore per i moderni: -una zola è la regola- (per i germanico-nordici che stanno scassando l’Europa con le loro fissazioni!), -non due-! Anche i linguisti moderni hanno un solo archetipo: uno è il primo numero ed uno è il destino. Amen è amen è verità; è me-lam! -No!-. È me-lam-mu: me + mu, due.

I Zumeri avevano l’archetipo DA DUE UNO: il destino è strettamente connesso con la fonte, me.lam.mu. Il cielo ha il potere. Basta arrendersi alla sua volontà, che può essere terribile.

Mettere in preventivo che la verità è relazionale sembra un’idea moderna. E tuttavia, le omeomerie di Anassagora, ‘le parti uguali che compongono il mondo’, sono –omeo-merie- scisse in due, nonché um.e.u.me.ri.e; questa espressione combina um vel mu con me in: ‘vecchia2 (um) parola (mu) con essenza3 (me)’. Le omeomerie non sono ancora comprese come sintesi dell’archetipo antico DA DUE UNO con l’archetipo moderno DA UNO DUE. Memoria non vien letta me-mu-ri-a, “seme (a) in cammino (ri) di me+mu!”.

Anche i linguisti, poverini, sentono lo stesso male dei filosofi e parlano a ruota libera di ciò che non hanno capito. Perciò dicono che amen è verità che non si discute, fallendo come linguisti e come filosofi. Si può discutere ed io tendo a stare con una radice quadrimillenaria, attenuata del meccanicismo deteriore.

Io non conosco il destino del cielo, amen, ma posso dire con sicurezza che significa -che venga (am) il Signore (en)-.

Rispetto il non credente che nega il Signore che viene da 4000 anni e che verrà. Tuttavia sorrido della novità di millenni passati a coltivare una balla.

 

Carlo Forin

 

 

1 John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Logogram Publishing, Los Angeles, 2006: 161.

2 Ivi: 298.

3 Ivi: 171.


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