Prodotti e confezioni [08-20]
Vetrina/ Gianluca Moro. Tellurico
29 Maggio 2016
 

Più di tutto mi sproni, in questa

sovietica allegria cubana:

al rigore dell’inverno organizzato

in stanze da formicaio, divise per necessità

e argomento, unisci il baricentro

della cicala sbilanciata su

perizomi ed equatori d’ombelico,

e non è molto che io perda a mia volta

il gravicentro se moltiplichi un’anca e poi

una spalla, la linea della schiena tòrta come

punto di domanda,

fino a farmi considerare l’ipotesi

che la danza non sia altro che

l’origine e la destinazione

di ogni movimento tellurico.

Ma non è che mi diverto, ne ho il terrore.

A un certo punto non riuscivo nemmeno

a urlare”. Era il richiamo della giostra

a farti paura, e non la forza

centrifuga unita alla distanza da terra,

per quanto per non pensare a niente

basterebbe metterci sopra un letto

di foglie umide di bambù, a respirare

imitando il via vai del bagnasciuga

e il verso dell’acciuga quando

richiama e si unisce

alle nuvole di burro.

 

Gianluca Moro

(giantropomorfo, 20 maggio 2016)


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