Diario di bordo
Carlo Forin. Come votano i 'veri' partigiani?
23 Maggio 2016
 

La bella ministra Boschi è proprio incauta. È uscita in difesa del sì al prossimo referendum di riforma della Costituzione impersonando i partigiani, come potete vedere (qui nota di cronaca R.it e video RaiTre).

Io non mi permetto di fare il partigiano perché sono nato a Resistenza finita, il 1° di giugno, giusto il giorno prima della festa della Repubblica. Aspetto dalla nascita la legge di disciplina della politica partigiana [di attuazione dell’art. 49 Costituzione].

Uso il termine ‘partigiano’ col significato dell’aggettivo ‘di parte’ e del sostantivo ‘fautore di una parte’ e, addirittura, ‘appartenente ad una formazione armata irregolare’. La ministra ha pescato il fascino da ‘bella ciao’ dal partigiano dimentica del suo ruolo di vestale della legalità, proprio di un ministro.

A 68 anni dalla nascita formale della Repubblica noi dobbiamo arrenderci alla confusione lessicale? I veri partigiani sono morti. I viventi che hanno fatto la Resistenza dovrebbero ribellarsi da questo arruolamento illegale. Essere partigiani oggi vale essere fuori legge. Dunque, la Boschi, da politica attiva, è fuori della legge che non c’è, sui partiti. Se vuol essere corretta sul piano linguistico dovrebbe dire: -I veri fuori legge votano sì!-.

Io non sono un fuori legge. Faccia la legge ‘I partiti sono insiemi di cittadini associati per determinare la politica nazionale nel rispetto di uno statuto democratico qui espresso pro-forma’. La renda via obbligata per esercitare la rappresentanza nelle istituzioni, a dispetto del M5S contrario. Ed io sono per il sì. Non vuol toccare l’Italicum? Voto no.

 

Carlo Forin

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276