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Gianmario Bonfadini: Le mura di Sondrio di settecento anni fa.
Scavi nel giardino di Palazzo Martinengo, 2006
Scavi nel giardino di Palazzo Martinengo, 2006 
20 Dicembre 2006
 
 
Il 14 giugno scorso è comparso su questo portale un articolo, a mia firma, riguardante il monumento a Ferdinando I d’Austria posto nel giardino di palazzo Martinengo a Sondrio, in cui si anticipava l’inizio dei lavori di risistemazione di piazza Garibaldi con la possibile ricollocazione del monumento. Il buon senso dei progettisti ha permesso di evitare il rischioso spostamento e, sacrificando qualche parcheggio, di continuare i lavori che nella loro fase preliminare di scavo hanno riportato alla luce un tratto del muro cittadino di cinta trecentesco che, correndo parallelamente al Mallero, si dirige verso la piazza, passando proprio sotto all’obelisco e alle statue del Croff. Poco più a sud doveva probabilmente trovarsi una torre forse testimoniata da alcuni resti rinvenuti sotto il marciapiedi che conduce dalla piazza verso il ponte del Mallero. (Gianmario Bonfadini)
 
 
Sondrio fu il primo centro di Valtellina e Valchiavenna a dotarsi di mura fin dal 1318. In quella data i Capitanei, signori guelfi di Sondrio, fecero costruire una palizzata e scavare un fossato attorno per arginare le incursioni dei nemici ghibellini Rusconi di Como, che già a più riprese avevano attaccato la città. Successivamente, nel 1325, il borgo fu provvisto di una cinta muraria vera e propria della lunghezza di 300 metri che partiva dai piedi dello strapiombo roccioso di Fracajolo e giungeva, dopo aver circondato la città, al colle dove oggi sorge il Convitto Nazionale. Le mura erano dotate inizialmente di due porte, una in piazza Quadrivio, detta di “Ponta de Prada” e l’altra nei pressi di palazzo Martinengo, detta di “Cugnolo”. Successivamente vennero aperti altri due varchi: la porta di “Foppa” lungo l’attuale via Scarpatetti e quella del “Mallero” o di “Cantone” nei pressi del ponte sul Mallero accanto all’attuale piazza Cavour, che costituiva l’ingresso occidentale di Sondrio, raggiungibile tramite la strada Valeriana che poi attraversava la città e ne usciva in corrispondenza della porta di “Ponta de Prada”.
L’intera opera venne smantellata nel 1335 da Azzone Visconti duca di Milano in seguito alla conquista della Valtellina.
Sul finire del Quattrocento Ludovico il Moro incluse Sondrio nel progetto di rafforzamento delle difese contro le invasioni grigione, ma ebbero le mura solamente i borghi di Chiavenna e di Tirano e non Sondrio, Morbegno e Bormio.
Altri tratti delle fondazioni delle mura di Sondrio sono venuti alla luce nel corso di vari scavi eseguiti a scopo edilizio: durante l’erezione della chiesa del Suffragio (in seguito demolita); nel giardino dell’Arcipretura (nel corso dell’Ottocento e nel 1993); durante i lavori di costruzione del Palazzo di Giustizia (1914) e dell’Archivio di Stato.

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