Diario di bordo
Michele Governatori. Il canone in bolletta, edizione pronta per l'uso
12 Aprile 2016
   

L'idea di mettere una tassa in bolletta non è nuova. Né lo è quella di metterci il canone. Stavolta, però, pare si faccia sul serio. Intanto, c'è una legge approvata in materia.

L’obiettivo del Governo, condivisibile, è ridurre l’evasione che oggi vale circa un terzo del gettito, che senza evasione dovrebbe avvicinarsi ai 2 miliardi all'anno.

 

 

Cosa prescrive la finanziaria 2016 sul canone in bolletta

 

Un regio decreto del ‘38 prevede che il canone sia a carico dei possessori di apparecchi adattabili alle ricezioni televisive, che significa, stando a quanto ha chiarito la stessa Rai, quelli dotati di sintonizzatore, e non computer, tablet o altro.

Cambia ora la platea dei soggetti tenuti a pagare il canone? No, ma cambia la presunzione di chi lo sia. Con le modifiche della Stabilità 2016 (art. 1 commi 152 e seguenti) ora la norma prevede che, oltre a un impianto d’antenna interno o esterno all’abitazione, anche la connessione elettrica per residenti faccia presumere il possesso di un apparecchio soggetto al canone. (Resta, attraverso una dichiarazione formale sotto propria responsabilità, la possibilità di negare tale possesso, come scrivo sotto).

 

 

Chi pagherà?

 

In assenza di diritto a esenzione correttamente comunicato, pagheranno tutte le utenze elettriche domestiche residenti.

Quali sono le utenze elettriche residenti? Quelle che risultano tali nel contratto elettrico, se si tratta di un comune contratto con potenza di 3 kW per il quale il fornitore ha ricevuto dichiarazione dal cliente di essere residente all’indirizzo di fornitura.

Per altri contratti per i quali non è prevista tale dichiarazione, sarà l’Agenzia delle Entrate a far sapere telematicamente ai fornitori elettrici quali utenze risultano residenti e devono ricevere il canone in bolletta.

 

 

Quando e quanto?

 

Salvo ritardi nell'applicazione delle (complesse e costose) procedure che stanno dietro a questa rivoluzione, sulla prima bolletta utile da luglio 2016 saranno fatturate le prime 7 di dieci rate da 10 euro, e nei mesi successivi le rimanenti tre. A regime, dall'anno successivo, le rate scadranno il primo di ogni mese da gennaio a ottobre e saranno fatturate (anche accorpate nel caso - comune - di bolletta bi o trimestrale) nelle prime bollette utili via via successive alla scadenza.

 

 

Quale residenza fa fede?

 

Attenzione: per gran parte delle utenze fa fede la dichiarazione che il cliente ha fatto quando ha stipulato il contratto elettrico o successivamente. Per esempio, se ha fatto il contratto della luce in una casa dove aveva la residenza e poi l’ha spostata senza fare voltura ad altri di quel contratto, per il fornitore e per il canone lui è ancora residente lì, e quindi si vedrà fatturato il canone lì, e se ha una nuova utenza residente anche in quella.

Stimo che il numero di utenze elettriche che risultino residenti senza che il titolare lo sia davvero siano molte, perché oggi i fornitori non sono in grado né hanno interesse a controllare, mentre i clienti hanno interesse a risultare residenti perché questo dà loro un vantaggio nella componente parafiscale e fiscale della bolletta (vantaggio che per una famiglia di medi consumi vale grosso modo il doppio del canone).

Occhio: non essere davvero residenti se si risulta tali nella bolletta difficilmente sarà motivo di per sé di restituzione del canone pagato, anche in caso di doppia residenza “elettrica” e quindi doppio canone pagato in due case diverse.

Infatti il caso di autocertificazione prevista per evitare doppi pagamenti è al momento solo quello di chi all’interno della famiglia anagrafica paghi già il canone tramite la bolletta di un familiare. E se la non reale residenza dove c’è una fornitura residente venisse comunicata all’Agenzia delle Entrate come motivo di non pagamento del canone, equivarrebbe a un’autodenuncia riguardo a una falsa dichiarazione al fornitore elettrico, con conseguenti indebiti sconti fiscali e parafiscali nella bolletta.

Come si vede, il canone in bolletta modifica la convenienza a mentire sulle residenze ai fornitori elettrici.

 

 

Chi non ha la tivù?

 

Abbiamo già visto che chi non ha la tivù non è tenuto a pagare.

Così come chi ha diritto ad esenzioni per reddito o età, il non possessore di tivù (come me) dovrà rendere un’autocertificazione all'Agenzia delle Entrate.

L'autocertificazione di non possesso della tivù dovrà essere resa ogni anno e entro queste scadenze: per il 2016 entro aprile (o il 10 maggio se usa il mezzo telematico anziché l'invio postale), dal prossimo anno entro gennaio per non pagare l’intero anno ed entro giugno per non pagare il secondo semestre.

 

 

Chi già paga su un'altra utenza?

 

Dicevo che lo stesso modulo di cui sopra si usa per dichiarare che un altro familiare convivente sta già pagando il canone. Faccio un po' fatica a capire quale potrebbe essere il caso concreto: un altro familiare con una diversa utenza elettrica residente nella stessa casa? Un po' improbabile.

Ma è la definizione di “famiglia anagrafica”, esplicitamente richiamata nel modulo dell'Agenzia, che mi sembra contraddittoria: «insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune» secondo l'articolo 4 del D.P.R. n. 223/1989: se sono coabitanti non è ovvio che dimorino abitualmente nello stesso comune? Il legislatore intendeva forse «o» aventi dimora eccetera? Boh.

Interessante invece notare che per familiare in questo caso s’intende persona legata anche solo affettivamente e convivente: una definizione moderna in termini di non discriminazione del tipo di legame.

 

 

Come s'invia l'autocertificazione online?

 

Per inviare il modulo online occorre usare le stesse credenziali che si usano per interagire con il sito dell’Agenzia delle Entrate (il servizio si chiama “Fisconline”, io lo uso da almeno un decennio per le mie dichiarazioni fiscali - la burocrazia pubblica quando conviene a lei è capace di interfacciarsi in modo moderno) e chi non ha già le credenziali deve chiederle e attendere un paio di settimane per la ricezione a casa del pin).

Io ho già mandato la mia dichiarazione, e messa al sicuro la ricevuta.

 

 

Il canone in bolletta si potrà evadere?

 

Ipotizzando di non voler autocertificare il falso, secondo la norma come la conosciamo al momento, chi pur dovendo non pagherà dovrà essere segnalato dalle compagnie elettriche all'Agenzia delle Entrate.

La luce però non verrà in nessun caso staccata, stando a com'è la norma.

 

 

Evasione risolta?

 

Da un lato abbiamo visto che il canone resta un’imposta sugli apparecchi televisivi. Dall’altro sarà una voce a parte della bolletta, distinguibile e quindi con qualche accorgimento autoriducibile da parte del cliente, cosa che non causerebbe il distacco della luce ma solo un'informativa all’Agenzia delle Entrate.

Ma cosa impediva alla Rai già prima del canone in bolletta di informare l'Agenzia delle Entrate dei mancati pagamenti di indirizzi dove presumeva ci fosse una tivù?

Dove sta il salto di qualità antievasione? Sta nel solo fatto che chi è cliente elettrico nella casa di residenza, se non fa dichiarazioni di mancato possesso della tivù e mantiene la domiciliazione della bolletta in banca, paga automaticamente, mentre oggi chi fa finta di niente non paga. Ma chi decidesse di non pagare il solo canone autoriducendosi la bolletta verosimilmente non avrebbe altre conseguenze che far sapere al fisco che non paga, cosa che anche oggi si presume avvenga almeno potenzialmente.

E se il fisco oggi non si attiva per verificare il dovere di pagamento ed eventualmente recuperare le somme, non mi è chiaro perché queste novità dovrebbero esse stesse di per sé implicare in futuro un cambio di atteggiamento.

Era necessario per ottenere il pagamento di chi resta passivo far riscuotere la tassa dai venditori d’energia? Direi di no: l'onere della dichiarazione, introdotto oggi, poteva essere introdotto anche senza canone in bolletta. E allo Stato non mancano propri canali ufficiali di esazione anche coattiva delle imposte. Forse però il vero punto da parte del Governo è continuare a camuffare il canone come una non-imposta.

 

 

Dubbi sull'evasione attuale

 

Come mai l’evasione del canone è così alta oggi? Forse perché nessun Governo ha voluto combatterla seriamente. D'altra parte il calcolo dell'evasione presunta probabilmente è approssimativo.

Me lo fa pensare il seguente ragionamento:

Io non ho sintonizzatori in casa, e alle prime cartoline di sollecito ho risposto chiarendolo.

Cos’è successo poi? Che da un lato non ho mai subito controlli, dall’altro le mie risposte sono state ignorate e ho continuato a ricevere la stessa lettera con un questionario scritto male, che non permette di rispondere “non ho la tivù”. Come dire che la Rai e il suo azionista non sono mai sembrati davvero interessati a sapere quanta di quella che chiamano evasione lo sia davvero.

 

 

Riferimenti:

 

- Modulo di autocertificazione di non possesso tivù o pagamento del canone già operato con bolletta di familiare:

 

Michele Governatori

(da Derrick Energia, 11 aprile 2016
diffusa da
RadioRadicale questa mattina)

 

 

Illustrazione. Il termine “Incluso” usato in questa immagine presa dal sito della Rai mi sembra un po' fuorviante: sarebbe meglio “Aggiunto”, o “Inserito”.


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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276