Lo scaffale di Tellus
Marisa Cecchetti. Del “Miracolo a Piombino” di Gordiano Lupi
08 Aprile 2016
   

Gordiano Lupi

Miracolo a Piombino

Storia di Marco e di un gabbiano

Historica, 2015, pp. 140, € 12,00

 

Attraverso l’incontro di due solitudini, quella di un adolescente e quella di un gabbiano, Gordiano Lupi sviluppa il tema della ricerca del senso della vita. Marco, pur giovanissimo, ha un vissuto carico di dolore che gli toglie la gioia di proiettarsi nel futuro. Per fortuna lo salvano il gioco del calcio, anche se non è un fuoriclasse, e la passione per la poesia e la buona narrativa. Le figure care gli hanno lasciato ricordi di tenerezza accanto ad un vuoto infinito. È nella fase della vita che comunemente si ritiene più bella, in realtà spesso appare la più terribile, perché mancano ancora certezze, si è alla ricerca della propria personalità, il futuro può sembrare denso di incognite e pericoli. Tanto più se non ci sono salde figure a sostegno affettivo. Marco preferisce la compagnia dei propri pensieri e nel gabbiano lui si rispecchia.

Anche il gabbiano Robert non sta nel gruppo né segue le sue leggi -non si può fare a meno di pensare al gabbiano Jonhatan di Bach, che viveva lontano dallo stormo, per una sua ricerca di perfezionamento nel volo-; questo gabbiano vuole allargare i suoi orizzonti, vuole conoscere oltre, lo affascinano le isole. Così, da solo, vola lontano dalla sua terra, sperimenta ancora il disprezzo dei gabbiani che incontra, finché non scopre una gabbianella che ha fatto scelte simili alla sua, e con lei farà ritorno, ormai pago delle proprie esperienze e pronto a vivere con gli altri. Se il gabbiano ha trovato la sua strada, più complesso è il percorso per Marco, ma anche per lui si apre una la possibilità di innalzarsi in volo.

Ce la fa decisamente a volare, invece, Juanito, il ragazzino che vive sulla riva del Cobre, a Salvador de Bahia, protagonista del racconto che completa il libro di Lupi. Vive in una zona di estrema miseria e degrado umano. Lui sa calciare bene il pallone anche se gioca in mezzo al fango, ma ha poco tempo per il calcio perché deve aiutare il padre nei suoi piccoli commerci illegali per le strade dei ricchi; le sorelle si vendono ai turisti per contribuire alla sopravvivenza della famiglia, la madre aspetta un altro bambino. Ci sono tutti i presupposti per una storia che si apra ad un lieto fine, di quelli consolatori, che corrisponde, del resto, al sogno di molti giovanissimi: quella di essere finalmente notato da qualcuno che cerca promesse del calcio, avere un futuro da campione e soldi in tasca per sollevare al situazione familiare. Come è già successo nella realtà.

Lupi ricostruisce l’atmosfera di provincia portandoci per le strade di Piombino, nei suoi angoli più caratteristici, e arricchendo il testo con foto in bianco e nero che si aprono sugli scorci più belli e sul mare. Lo fa con un linguaggio lieve, con una ricchezza estrema ed insolita di aggettivazione, che si contrappone al linguaggio più robusto del racconto. Più introspettiva la prima parte, più realistica la seconda.

 

Marisa Cecchetti


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