Diario di bordo
Adriano Angelini. Le bombe della nostra ipocrisia
10 Marzo 2016
 

La legge sui diritti civili si è arenata sull'utero. Quasi che l'utero fosse a dispoziione di tutti e non soltanto della minoranza straricca. Se proprio non si vuole l'utero in affitto si provi a togliere le condizioni di miseria che costringono molte donne a questo gesto. Se siete così convinti che la prostituzione sia una grande schiavitù per le donne, non è vietandola che si toglie, ma rimuovendo le cause che la alimentano, come disoccupazione, fame e anche idolatria del denaro.

Altrimenti zitti, ipocriti.

In un regime di mercato mi pare che tutti i lavoratori abbiano un che di prostituzione, mirando più al denaro che a migliorare la vita di sé e degli altri. Più prostituta della guerra, che c'è? Massacra e uccide l'umanità per far denaro e potere. Ma la guerra si fa per la pace! Che contraddizione abnorme, e io dovrei crederci. Pensare che l'umanità si divida in buoni e cattivi, che vuoto culturale!

Intanto rombano gli aerei sopra le nostre teste portando con le bombe la nostra ipocrisia della pace e della giustizia.

Oggi poi l'uomo col suo impero tecnologico è preso dal delirio di onnipotenza e crede di abbracciare il mondo intero. Questa boria non ti fa grande, ma solo ti riempie d'aria. Grande è chi lascia e sa che il mondo lo abbraccia. E smettiamo di dare agli altri quel che più ci compete e cioè del terrorista. Lo dimostra la quantità di massacri e uccisioni compiuti da noi occidentali coi nostri bombardamenti ai danni di popolazioni inermi.

E dov'è il teatro della guerra? Forse a casa nostra? O siamo noi, là, invasori e intrusi? Così è!

Principio fondamentale, art. 11 Costituzione:

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (...)

Ognuno deve fare la sua parte, anche solo cambiando atteggiamento e fare anche solo questa semplice constatazione:

«Mi cul mé cincènt de pensiū sō püsē felice de Berlusconi» (Gemma Fognini).

 

Adriano Angelini


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