Diario di bordo
Noi Siamo Chiesa: Sull'incontro cubano tra il papa e il patriarca
11 Febbraio 2016
 

Francesco-Kirill: un incontro per aprire un nuovo corso nei rapporti tra la chiesa cattolica e quella ortodossa. Ci si avvii insieme ad accettare meglio la modernità e si decidano subito passi in avanti concreti come quello di fissare una data unica per la celebrazione della Pasqua

 

 

L’incontro tra il papa Francesco e il patriarca russo Kirill del prossimo 12 febbraio, il primo nella storia, riempie di speranza tutti i credenti nell’Evangelo che soffrono della situazione attuale di divisione e che hanno bene in mente le parole della lettera paolina (Efesini 4, 1-6). Tutti preghiamo il Padre e lo ringraziamo, cercando di dimenticare in questo momento che questo incontro arriva troppo tardi e che troppe occasioni sono state sciupate in passato. Esso è importante sotto il profilo ecumenico. L’abbattere i muri di una divisione secolare per costruire invece ponti che servano a comunicare nella comune fede: questo sta iniziando ad avvenire per superare le due grandi rotture nella cristianità, quella del 1054 tra Oriente ed Occidente e quella del 1517 con la Riforma. Per andare nella direzione dell’unità nella diversità bisogna che i passi in avanti consistano nella crescita, non solo auspicata, di un diffuso “popolo ecumenico” che non ignori la storia per riconoscere, ogni Chiesa e tutti insieme, i propri errori e i propri peccati.

Inoltre non c’è dubbio che questa iniziativa fa parte di una strategia di rapporti e di interventi a livello geopolitico di dimensioni generali che mai come in questo momento è necessaria. Essa è in controtendenza rispetto all’aggravarsi della situazione sui tanti scenari di guerre e di sofferenze che ci sono nel mondo. Il nuovo protagonismo delle religioni nella vita dei popoli all’inizio di questo millennio deve trovare tutti i seguaci dell’Evangelo da una parte sola, quella della pacificazione e dell’appello a tutte le altre religioni per un comune strenuo impegno al dialogo, all’accordo e alla ricerca della pace fondata sulla giustizia.

Premesso questo nostro appassionato punto di vista, pensiamo ed auspichiamo che l’incontro tra il papa Francesco e il patriarca Kirill insieme al prossimo Concilio panortodosso di Creta di giugno possano avviare un nuovo corso nel rapporto tra la chiesa cattolica e l’ortodossia. Speriamo anche che contribuiscano a fare subito dei passi in avanti concreti. Ne ipotizziamo due che ci sembra siano raggiungibili a breve termine: l’accordo su una data unica nella quale celebrare la Pasqua e il riconoscimento reciproco del battesimo effettivamente praticato in tutte le chiese senza riserve ed eccezioni.

Speriamo anche che il rapporto tra la chiesa cattolica e l’ortodossia faccia un comune passo in avanti nella direzione dell’accettazione della modernità e della laicità, comprendendone di entrambe gli aspetti positivi. Speriamo pure che, in questo cammino, abbia spazio una riflessione sui problemi che sorgono dall’attuale eccessivo intreccio delle comunità e delle chiese cristiane con le differenti nazionalità in cui esse si trovano.

Roma, 10 febbraio 2016

Noi Siamo Chiesa


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