Diario di bordo
Carlo Forin. Italia 2016-Italia 1948
23 Gennaio 2016
 

Le reazioni all’articolo “Italia 2016” mi suggeriscono di cercar di aprire una discussione più allargata, qua su Tellusfolio, sulle condizioni sostanziali e formali della Costituzione della Repubblica.

A 70 anni dalla chiusura della II guerra mondiale con la Resistenza, molte cose sono mutate ed in autunno saremo chiamati a votare con referendum se i cambiamenti che il Parlamento sta introducendo ci vanno bene o non ci convincono.

Io ho delle condizioni favorevoli per farlo e dei limiti che cercherò di esporre. Lo stato delle cose può venir guardato da molti punti di vista se altri si sentiranno stuzzicati a partecipare: siamo tutti dei cittadini e il nostro cuore si intenerisce ancora al coro di ‘Fratelli d’Italia’, no?

La prima reazione al mio articolo è nata da un caso del giorno,

Unioni civili, al Senato valanga di emendamenti al ddl Cirinnà. Renzi: “Legge irrinviabile”

Si tratta di una legge ordinaria che dovrebbe dar ordine alle unioni civili. Quanto siamo civili?

Abbiamo a presidente Sergio Mattarella, fratello di Piersanti ammazzato dalla mafia.

Da qua potremmo partire.

Ho preso il coraggio di aprire questa discussione perché sono nato l’1 giugno 1948, il giorno prima della celebrazione dei 70 anni del referendum per la Repubblica, 2 giugno, che divenne nel 1948 il giorno di nascita della Costituzione ‘ad ogni effetto’. Sono sociologo ed archeologo del linguaggio. Perciò, sono orientato ad aver sete del punto di vista degli altri e sono abituato a cercar di distinguere dentro di me e fuori quello che è bene e quello che è male. Non sono iscritto a nessun partito. Sono interessato al Potere innanzitutto: dawla in arabo.

Ho appreso dawla da Terrore e idiozia. Tutti i nostri errori nella lotta contro l’islamismo di Franco Cardini e Marina Montesano, uscito in dicembre per Mondadori. Io ve ne consiglio la lettura, che trovo aggiornatissima e profonda, perché ci aiuta a vivere consapevoli di quanto sta accadendo.

Credo che la mafia, cioè l’associazione illegale, sia oggi il primo male da battere.

Per questo motivo, chiarirei l’articolo 49 della Costituzione:

Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.

Con questa aggiunta:

La disciplina del diritto va fatta con regolamento che vincoli i partecipanti al rispetto del diritto associativo che compone ognuno nella convivenza.

Naturalmente, il diritto associativo avrebbe sete di altre precisazioni, come il diritto sindacale pubblico ed il diritto ad associarci in partiti ben definito, prioritario rispetto all’esigenza di saper subito quale parte abbia vinto le elezioni. Inoltre, dovrà venir resa obbligatoria l’associazione politica per partito legale in chi voglia partecipare al concorso politico.

Molte sarebbero le micro-variazioni possibili nell’impianto generale. Tuttavia, come popolo, amerei che facessimo almeno cessare il paradosso dell’articolo 1 che ci attribuisce la sovranità senza darci la via per attuarla nella legge:

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e limiti della Costituzione.

 

Carlo Forin


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