Ordine di farfalla [15-23]
Carlo Forin. Plutone
26 Novembre 2015
   

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 18,33b-37:

Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Tu sei il re dei Giudei?».

Gesù rispose: «Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?».

Pilato rispose: «Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?».

Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».

Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?».

Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». 

 

-Babu satan babu satan aleppe- sarebbe l’incipit del misterioso saluto alzato da Plutone nel VII canto dell’inferno verso Virgilio e Dante se Antasubba, il demone della perdita della conoscenza che ha chiuso “Bocca” [O alto Dio, illumina le tenebre del cuore mio in questa fine dell’anno liturgico per aprire lo spazio alla regalità della Trinità capace di toglierci dalla bocca di Antasubba-Babusatan.], venisse letto ‘a contrario’ in eme ghir [lingua sumera].

Ogni dantista sa ripetere, invece,

-Papè Satàn, papè Satàn aleppe!-

Cominciò Pluto con la voce chioccia;

(Pluto, Canto settimo, v. 1-2)

Sazio di questa prova della Lettura Circolare del Zumero, stamani io sono preso dal desiderio di leggere il teonimo Pluto in zumero:

tu-lu (-ub); tu-ul

to make loose, limp, slack, idle; to turn back; to loosen a musical string; to excuse, remit, make a gift of (Akkadian tullu, ‘to hang up’?).1

Questo perdere/perdersi chiarito dalla parentesi, –ub, sumero per accado –up, viene spiegato come buco in

ub4

cavity, hole; pitfall (Akk. Huppu(m) II, ‘hole, pit’; huballu(m), ‘pit, trench’).2

Io sono chiamato da spirito di verità a riconoscere ‘cielo’ in ub, come nel teonimo te shub, ‘incontro (te) luna-cielo (sh-ub)’. Halloran manca in ciò! Per gli antichi, gli ighighi furono stati dei-demoni indistinti in cielo, poi angeli-demoni. Accadde, all’incirca nel millennio di Gesh-ub, ‘albero-cielo’ la netta separazione del Cielo dalla Terra, con Dio e gli angeli in Cielo e Satana e gli inferi sotto terra.

 

Carlo Forin

 

 

1 John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Logogram Publishing, Los Angeles, 2006: 277.

2 Ivi: 292.


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