Lisistrata
Lidia Menapace. Il sonno della ragione
20 Novembre 2015
   

Nemmeno per sbaglio qualcuno ha detto o scritto una sola citazione o memoria dell'art. 11Cost. che “ripudia” la guerra e indica in reciproche cessioni di sovranità lo strumento per noi costituzionalmente corretto per fare l'Europa federale o -come si soleva dire- “gli Stati Uniti d'Europa”. E non è certo un caso. Il fatto è che tutti/e o quasi danno per scontata la guerra e si affannano a definire “quale” guerra, come se ci fosse una qualsiasi guerra che non abbia come definizione la fine, la sconfitta attraverso l'uccisione, del nemico, come se la guerra non fosse un continuo ripetuto aggravato omicidio volontario. E basta. Non vi è gloria militare che possa cancellare questa disumana vergogna.

Ma allora, che fare? Non ascoltare più le voci ufficiali e i/le loro svergognati/e informatori/trici comprati/e e venduti/e a sfare, e invece incominciare a prendere in considerazione, ascoltare, cercare, divulgare le prime reazioni dalla società civile, piazza, agorà, comitati, commissioni, movimenti, vicinati, aree, praticamente qualsiasi cosa della società che dica parole umane contro. Dica, non gridi, e non si vergogni di piangere.

Ci ho provato e solo nella posta di oggi alle 8 del mattino ho trovato (e diffuso attraverso la mia mailing list) una quindicina di appelli richiami inviti proposte contro la guerra, per l'umanità.

Benissimo, bisogna allargare l'ascolto diffondendo i testi, e FARE SAPERE SUBITO A CHI HA E GESTISCE IL POTERE, che appoggiare la guerra non è più popolare, non procura consensi e spero nemmeno voti, insomma che non conviene.

È il primo svegliarino contro il sonno della ragione, il primo arresto alla generazione dei mostri, la prima affermazione di sè come persona umana.

Basterà? Non bisogna nemmeno mettersi a dubitare, mettercela tutta, per i motivi più vari, e non smettere di vigilare e sbugiardare senza remore chi cerca scuse per la guerra: l'opinione pubblica è la terza potenza al mondo, si soleva dire. E quelli che pensano, da “privati” solo alle proprie ricchezze sono idioti, come in greco antico si dice “privato”.

Insomma Pericle avrebbe detto, cerchiamo di non essere idioti, scendiamo tranquillamente in piazza, nell'agorà dei e delle cittadini/e, dei polites, facciamo politica, ridiamo in faccia agli e alle scemi/e senza sale in zucca che credono invece di scendere in campo brandendo le loro ridicole spade di latta, con gli elmi con la cresta come galli, in fin dei conti animali da cortile.

 

Lidia Menapace


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