Obḷ svizzero
Il pericolo della bellezza. A Losone, venerd́ 17
Fiorenza Bassetti,
Fiorenza Bassetti, 'Fiore e computer', 1990 
15 Novembre 2006
 
venerdì 17 novembre, ore 18
vernissage
Perle da sparo
solo show di Fiorenza Bassetti
a cura di Riccardo Lisi
fino al 16 gennaio 2007
catalogo edito con il contributo del Comune di Losone
testi critici di Sabine Arlitt e R. Lisi
 
Venerdì 17 novembre alle 18 si apre a Losone alla fabbrica la mostra personale di Fiorenza Bassetti denominata “Perle da sparo”, un nome particolare come la mostra stessa. Con questo evento il centro culturale la fabbrica giunge a cinque anni di mostre di arte contemporanea, cinque anni in cui son state realizzate circa sessanta esposizioni senza mai ripetere alcun artista, mostre collettive comprese. I bei locali, progettati dai fratelli Tognola per chi ha immaginato e voluto questa realtà, Michele e Maria Grazia Tognetti, hanno ospitato opere sia di autori emergenti che di artisti di primo livello, permettendo al pubblico di fruire di un'offerta culturale mai banale, pur se non limitata al solo ambito della sperimentazione radicale.
In questa occasione, e anche per via dei cinque anni di attività espositiva, la fabbrica realizzerà il primo catalogo con opere ambientate nei suoi locali. Il catalogo, edito grazie al contributo del Comune di Losone, uscirà dunque dopo l'inaugurazione della mostra e verrà presentato nella serata di domenica 10 dicembre (orari da confermare).
 
A seguire un testo critico relativo all'artista bellinzonese operante a Zurigo e alla sua ampia personale a Losone.
 
 
Oltre una tecnica
 
Ciò che mi colpì nel lavoro di Fiorenza Bassetti è innanzitutto il persistere, nella sua attuale maturità artistica, di un approccio alla creatività assolutamente giovane e contemporaneo. La maggior parte degli artisti "arrivati" sceglie una tecnica (o un numero limitato di tecniche) e con tale mezzo affronta differenti soggetti, mantenendo un codice linguistico - correlato alla tecnica - con tale costanza da divenirne segno distintivo, fino a quasi corrispondere al loro stile. Abbiamo così i fotografi, i pittori, gli scultori, e così via.
Nel caso del contemporaneo - in particolare dei giovani autori - la situazione si è però nettamente modificata: nelle mostre personali troviamo sempre più opere realizzate con molteplici tecniche: l'artista è contemporaneamente pittore, scultore, fotografo, videomaker e così via, con un approccio che sembra annichilire la specificità nella singola tecnica: l'identificazione di uno "stile" da parte del pubblico può sovente esser fatta più agevolmente a partire da un concetto costante, uno statement che l'artista afferma nel suo lavoro.
Fiorenza Bassetti si mantiene più vicina a quest'ultima posizione, ma la sua costante è tematica, oltre che concettuale. Temi forti, riconoscibili, esplorati per anni glissando da una tecnica all'altra, ma mantenendo in ognuna un'adeguata capacità di ottenere esiti positivi e riusciti.
Il pubblico della sua personale a Losone noterà cinque temi iconografici, letti con tecniche e materiali assai differenti.
Innanzitutto due temi che l'artista ha esplorato ed approfondito negli ultimi anni: da un lato le donne in forma di silhouette di evidente derivazione giacomettiana, dall'altro le granate come icona estetica ed assieme concettuale che s'intreccia nella grafica e nell'etimo con le melagrane. E poi campiture fluorescenti che paiono esser le superfici delle granate stesse - ma ricordano anche i pavimenti delle chiese veneziane - e una serie fotografica di ritratti di uomini del mondo dell'arte, tutti caratterizzati da un sinhal floreale.
Ma tranne quest'ultima serie - scelta come contrasto sessista, di animus (con gli uomini una volta tanto in funzione raddolcente) e dimensionale rispetto ai grandi trittici femminili con cui si
confronta nella prima sala espositiva - è possibile un'ulteriore aggregazione tematica. In tutte le altre opere vi è infatti qualcosa di ferale, di potenzialmente pericoloso - le granate, i pallini da carabina sovente utilizzati, i tagli a forma di shuriken (le armi-stella dei ninja) nelle piccole tele poste nel mezzanino - o di fatale, come una donna sa essere, e anche queste figure arcane e misteriose, longilinee come l'etrusca Ombra della sera. La dicotomia avvicinamento-contrasto è in effetti chiave di lettura costante in un allestimento non banale, ideato dall'artista stessa. Ciò si nota anche all'interno di singoli lavori: la parete minore della sala bar vede piccole opere realizzate con perle da torta miste a pallini da carabina, in un'antinomia che è in sé esplosiva, seppur in modo minimale.
Però lo stile delle opere recenti di Fiorenza Bassetti più che minimale può esser definito sintetico, con forme leggibili ed apprezzabili, realizzate - come nelle opere appena descritte - con materiali che divengono essi stessi concetto. Le tele son usate in modo innovativo, per esempio dipinte con colori fluo o luminescenti (ma senza alcun riferimento all'estetica goa). Anche le carte - siano fogli da scrittoio di albergo, o imballi griffati - non riportano un segno consueto o banale: vi è sempre un tentativo di colpire, pur in clima di notevole understatement da parte dell'artista.
Nella prima sala il contrasto è drammatizzato dall'illuminazione assolutamente particolare: si consiglia la visita dopo il tramonto per poter percepire la misteriosa reazione dei grandi trittici in forma di donna, ma anche dei ritratti fotografici, di fronte alla luce ultravioletta.
L'allestimento è basato sull'iterazione del numero nove, intrinsecamente finito e dotato di completezza. L'esposizione è composta infatti da famiglie di nove opere ciascuna, oltre a una piccola incisione solitaria, realizzata da Fiorenza Bassetti negli anni settanta e quasi preconizzante l'icona della granata. L'idea dell'artista di riunire i temi visuali della figura femminile e della granata/melagrana nacque dalla visione di una grande scultura attica in marmo dipinto rappresentante una dea in posa ieratica e con in mano una melagrana.
Dunque in quest'esposizione si chiude un cerchio, un ciclo si compie con la ricapitolazione di una parte significativa del lavoro di uno degli artisti più interessanti provenienti dal Canton Ticino.
Dopo questa visita è lecito chiedersi quali nuovi temi ispireranno questa versatile e valida artista, o se le iconografie qui espresse siano ancora stimolo per la sua feconda attività.
 
 
Grazie al contributo del Comune di Losone quest'esposizione e il suo allestimento nelle sale della fabbrica saranno il soggetto di un catalogo che verrà presentato domenica 10 dicembre alle 18 (da confermare), con testi di Sabine Arlitt e Riccardo Lisi. In tale occasione sarà reperibile anche l'ultimo numero di Bloc Notes con in copertina un'opera di Fiorenza Bassetti e all'interno testi critici di Marcella Snider Salazar ed Elio Schenini.
Arrivederci a Losone.
 
Riccardo Lisi

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