Arte e dintorni
Caterina Falcone. Dal carbone e dai cristalli: Sara Rudini e Gianluca Moiser
28 Luglio 2015
 

Nella cornice della cappella di S. Luigi di Sazzo si è svolta la mostra “Dal carbone e dai cristalli”, rimasta aperta dal 16 al 26 luglio.

Un’esposizione indubbiamente interessante sotto diversi profili, in primo luogo l’accostamento di due personalità artistiche molto rilevanti dal punto di vista tecnico e accomunate da un senso di ricerca e sperimentazione visiva tradotte nei disegni a carboncino di Sara Rudini e nelle tele ed i plexiglas di Gianluca Moiser (insieme nella foto, in occasione dell'allestimento).

In secondo luogo l’ambientazione delle opere esposte che, perfettamente integrate nel sito, rendevano la fruizione molto raccolta donando spunti di ispirazione sacra ad immagini che, a volte prodotte nel silenzio come i disegni molto elaborati della Rudini e a volte risuonanti teorie di suoni sottili come le pitture di Moiser, dialogavano in spiritualità visiva con la semplice architettura della cappella quasi completamente disadorna.

Il segno sicuro di Sara Rudini privo di sbavature ed errori dimostra come anche la mano femminile, pur conservando una delicatezza d’intenzione, affermi la propria visione di figurazione a partire da un movimento d’introspezione seppur alleggerita nella forma di linee circolari. Nei suoi disegni troviamo architetture e luoghi dell’immaginario costruiti con un senso di reale appartenenza alla vita. Nella sua elaborata visione vi è una profondità ed una vera cultura dell’immagine. Espunta dalla tradizionale avanguardia novecentesca italiana secondo un linguaggio perfettamente estetico e comprensibile.

Nelle opere di Gianluca Moiser troviamo una ricerca della levità delle forme ispirate alla trasformazione dei cristalli. Nei dipinti dedicati alla poetessa Antonia Pozzi vi sono piani di luce che campeggiano su sfondi di paesaggi sottintesi ricordandoci le quinte cristalline del palcoscenico della mente al pari dei pittori del 4/500 che affrontavano l’orizzonte, con un’imprescindibile unità di luogo e azione dove, nel contemporaneo, il luogo e l’azione sono tutte dedite all’essere più che al mostrare in quanto l’astrazione dalla realtà diventa linguaggio dell’essere artista e la forma diventa contenuto secondo le regole dell’arte di oggi. Con tutte le luci ed ombre della propria condizione di vita e arte. Ci sembrano queste opere dei capi d’opera del lavoro di Moiser che aggiunge sperimentazione e nuova leggerezza ad opere su sfondo chiaro o trasparente come il plexiglas regalando una preziosità ed una sempre più accentuata luminosità ai colori anch’essi trasparenti e delicatissimi in perfetta armonia con un senso gioioso della vita e dell’arte che oltre a far pensare e riflettere ci può trasmettere sensazioni estetiche di felicità e vitalità, come quelle che danno la luce, motore della ricerca artistica di Moiser, anche attraverso i materiali usati e che rendono quest’artista uno dei più aggiornati della valle.

 

Caterina Falcone


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