Arte e dintorni
Gianluca Moiser. Imitando Baudelaire...
Gianluca Moiser,
Gianluca Moiser, 'Spleen', 2015 
26 Luglio 2015
 

SPLEEN

di Charles Baudelaire

(da I fiori del male, 1857)

 

Quando, come un coperchio, il cielo basso e greve
schiaccia l’anima che geme nel suo tedio infinito,
e in un unico cerchio stringendo l’orizzonte
fa del giorno una tristezza più nera della notte;

 

   5  quando la terra si muta in un’umida segreta

dove, timido pipistrello, la Speranza
sbatte le ali contro i muri e batte con la testa
nel soffitto marcito;

 

quando le strisce immense della pioggia

 10  d’una vasta prigione sembrano le inferriate
e muto, ripugnante un popolo di ragni
dentro i nostri cervelli dispone le sue reti,

 

furiose a un tratto esplodono campane
e un urlo tremendo lanciano verso il cielo,

 15  così simile al gemere ostinato

d’anime senza pace né dimora.

 

Senza tamburi, senza musica, dei lunghi funerali
sfilano lentamente nel mio cuore: Speranza
piange disfatta e Angoscia, dispotica e sinistra,

 20  pianta sul mio cranio riverso la sua bandiera nera.

 

 

(in: C. Baudelaire, Poesie e prose, a cura di G. Raboni, Mondadori, Milano, 1973)


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